Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 31 agosto 2015

Immigrazione e “parolinate”: osservazioni di cattolici

Riprendiamo dal sito bergoglionate :

Sì, parolinate, quelle espresse dal cardinale Segretario di Stato del Santo Padre Francesco, Pietro Parolin e perché, diciamocelo onestamente, qui due sono le cose: o si finge di non sapere, o si finge sapendo di fingere (non vogliamo usare di proposito il termine mentire perché sarebbe tutto un altro discorso).
Radio Vaticana ha riportato stralci dell’omelia di Parolin alla Messa al Policlinico Gemelli e dopo aver tentato di spegnere l’incendio acceso dal piromane segretario della CEI Galantino, a chi accusa la Chiesa di ingerenza quando parla di immigrazione, il cardinale risponde così:
“Io credo che la Chiesa deve parlare e deve parlare anche su questo tema dell’immigrazione, soprattutto nel senso di chiedere a tutti uno spirito e un’apertura all’accoglienza, a non avere paura dell’altro, e a cercare di integrare le differenze per costruire un mondo più giusto e solidale”.
E di questo vogliamo parlare anche noi non solo perché siamo “membra vive della Chiesa”, ma perchè siamo anche cittadini di questa Nazione, ed essendo nel mezzo (tra voi Pastori e i politici) spesso veniamo tirati di qua e di la e di questo, scusate, siamo anche un po’ stufi, soprattutto quando non si dicono le cose come stanno.
Siamo stanchi di questo idolo invocato quale “spirito di apertura” e di accoglienza, soprattutto quando lo Stato Vaticano non ci dice dove dobbiamo accoglierli, in quali strutture e soprattutto chi deve pagare?

L'Occidente non ha più né guide né difensori

Cominciano a fioccare i commenti di laici non allineati. Farebbero bene governanti e gerarchie a non sottovalutare il senso comune
L'articolo che segue è stato pubblicato, a firma di Francesco Alberoni, su Il giornale di ieri.

L'invasione degli islamici avviene nel disinteresse dell'Europa e degli Usa 
Il Papa e il presidente Mattarella dicono che c'è una Terza guerra mondiale. No, sbagliano, non c'è nessuna Terza guerra mondiale.

Quello che è in atto è l'invasione dell'Europa da parte di popolazioni asiatiche ed africane. Un'Europa che non si difende e non le respinge, anzi le accoglie e le aiuta. I problemi nasceranno e diventeranno più gravi domani, quando queste popolazioni saranno aumentate enormemente e avranno dato luogo a nuove configurazioni e a nuovi conflitti etnici, religiosi e politici. Ma per ora né i governanti né gli intellettuali né i giornalisti europei se ne preoccupano. [1]

Danilo Quinto. Le lacrime di coccodrillo di Massimo D'Alema

L'articolo di Danilo Quinto che pubblichiamo questa settimana, nell'incipit, tira in ballo D'Alema. In fondo non è proprio lui tra coloro che hanno sostenuto Mario Monti, seguendo le direttive dell’eurocrazia oligarchica dei soliti noti: Draghi, Goldman Sachs, Merkel e compagnia? D'altronde egli ha avuto il potere, è stato al governo; ma quale progettualità ha mai promosso insieme alla sua consorteria? Può permettersi, ora, di lanciare proposte condite da frecciate caustiche? Tutto il resto non è che un'altra faccia della stessa medaglia. Lobbies e consorterie non affliggono solo la Chiesa; ma credo sia consequenziale...

«Non dico che bisogna sempre ispirarsi al passato ma nemmeno sputarci sopra per far finta di essere grandi», dice un piccato Massimo D'Alema, rispondendo a Matteo Renzi, che nei giorni scorsi aveva criticato il ventennio di «berlusconismo e antiberlusconismo», attribuendo alla «rissa permanente ideologica» i ritardi dell'Italia. D’Alema aggiunge che il Partito Democratico dovrà presto decidere se «allearsi con la destra o ricostruire il centrosinistra»: «Sono due alternative e ci troveremo di fronte a questa scelta: andremo alle elezioni con Alfano, Cicchitto e Verdini o cercheremo di ricostruire il centrosinistra?».

L’ex Presidente del Consiglio è fin troppo ferrato in politica, per non comprendere che a Renzi di questo problema non importa un bel nulla. L’«asso pigliatutto» per eccellenza, il «rottamatore» che nulla ha rottamato, lo scopritore di giovani fanciulle che dovrebbero occuparsi di riforma della pubblica amministrazione o di quella costituzionale, il dispensatore di promesse mai mantenute, non fa alleanze tenendo presenti progetti o visioni per la società che deve governare. Fa alleanze di potere. Se gli serve Berlusconi, firma con lui il «Patto del Nazareno» e in base a questo fa fuori il suo predecessore, rivolgendogli un momento prima l’hashtag «enricostaisereno».

domenica 30 agosto 2015

Don Elia. Lampada che arde e risplende

Lampada che arde e risplende, Giovanni Battista, il Precursore del Messia, ha pagato con la vita la sua fedeltà alla verità divina.

L’antichità conosceva il valore del matrimonio. Pur ammettendo de iure il ripudio e tollerando de facto certe intemperanze comportamentali, il diritto romano sanciva e tutelava l’inviolabilità dei patti liberamente contratti, compreso quello coniugale. Nell’Antica Alleanza la santità del matrimonio, protetta da una legislazione molto severa, era fondata sull’originaria volontà del Creatore: «Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua sposa e i due saranno una carne sola» (Gen 2, 24). Nella Nuova Alleanza, fin dalle origini, l’unione legittima di un uomo e di una donna, santificata dal Verbo incarnato mediante il sacramento da Lui istituito, è stata elevata ad immagine dell’unione di Cristo con la Chiesa. La continuità tra la legge naturale e quella rivelata è in questo caso quanto mai evidente; ogni persona ragionevole può agevolmente riconoscerla, né può ragionevolmente metterla in discussione.

Rispetto a quanto, fino a neanche mezzo secolo fa, era sentire comune e dottrina giuridica certa, la situazione attuale risulta semplicemente sconvolgente. Un abisso di decadenza ci separa dai nostri genitori o – per chi è più giovane – dai nostri nonni: in pochissimi decenni è avvenuto un cambiamento talmente profondo e radicale che non se ne ha nemmeno coscienza. L’uomo moderno ha perso la memoria, non solo del remoto passato, ma anche di quello recente. Il cumulo di macerie affettive in cui tanti si dibattono cercando invano una via d’uscita è risultato, fra l’altro, anche di decisioni collettive che, in nome della democrazia, sarebbe stato impensabile non assecondare: non possiamo – si ripeteva negli ambienti cattolici – imporre agli altri la nostra visione… Anche in questo caso, purtroppo, una volta apertasi una crepa nella diga, l’enorme pressione dell’acqua l’ha travolta, lasciando dietro di sé devastazione e rovine.

Una volta li chiamavano 'principi della Chiesa'

Leggo e traduco da La Croix del 25 agosto
Vi ricordo che il card. Levada, nella sua qualità di prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, all'atto della concretizzazione della regolarizzazione canonica della FSSPX, aggiunse all'ultimo momento al cosiddetto Preambolo una inattesa postilla capestro, tale da indurre Mons. Fellay a non sottoscrivere l'accordo che sembrava già concluso, dopo la remissione della scomunica da parte di Benedetto XVI e la conclusione di un periodo di colloqui bilaterali con la Santa Sede.


Il cardinal William Levada ha espresso il suo rincrescimento, lunedì 24 agosto, dopo essere stato arrestato la settimana precedente per guida in stato di ebbrezza.
« Mi spiace per il mio errore. Ho intenzione di continuare a cooperare con le autorità », afferma l’anziano arcivescovo di Los Angeles in un comunicato diffuso da L’Hawaï Tribune Herald.
Giudizio il 24 settembre
La stampa locale informa che le cardinal Levada, 79 anni, giovedì 20 agosto è stato arrestato al volante della sua auto su una strada di Kailua-Kona, nelle Hawaï.
E' stato rilasciato dalla polizia dopo aver versato una cauzione di 500 dollari. Il caso sarà sottoposto alla giustizia americana il 24 settembre.
Arcivescovo emerito di San Francisco, il cardinal Levada è stato prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede dal 2005 al 2012, e presidente, nello stesso periodo, della Commissione teologica internazionale. L. B. S. (Hawaï Tribune Herald)
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

I Vescovi del Ghana: ‘Unioni omosessuali e adulterio sono contro Dio’

I Vescovi del Ghana hanno ribadito il proprio impegno a difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, nonché a tutela del matrimonio come unione indissolubile di un uomo e di una donna. Pertanto, «le unioni omosessuali e l’adulterio sono ostili alla volontà del Creatore», come hanno evidenziato i prelati, che hanno riproposto con forza castità e fedeltà come virtù fondamentali. 
Tutto questo è stato tradotto in un’apposita dichiarazione, diffusa subito dopo la conferenza pro-life svoltasi lo scorso 8 agosto ad Accra, per contrastare i tentativi posti in atto dal cosiddetto «nuovo ordine mondiale» di cambiare i loro cuori, la loro fede e le loro coscienze, imponendo un controllo totale sulla popolazione.
I Vescovi del Ghana hanno chiesto anche ai giovani di non cadere nella trappola dell’ipersessualizzazione dilagante nella società contemporanea, contrastando così col proprio comportamento «la promozione radicale dell’aborto e della contraccezione da parte di gruppi ed organizzazioni internazionali», privi di scrupoli nello sfruttare anche l’ignobile ricatto degli «aiuti umanitari».
L’Africa ancora una volta ha così rivelato la propria piena e fedele adesione alla retta Dottrina cattolica, adesione su cui l’Europa dovrebbe interrogarsi e lasciarsi rievangelizzare.
[Fonte]

Meraviglioso seminario «Ars celebrandi» in Polonia. Cenni su conferenza e celebrazione di Mons. Schneider


Aggiornamento: È ora disponibile il video dei momenti salienti del seminario. Il film di 12 minuti mostra gli eventi più importanti di questa edizione 2015 di Ars celebrandi in Licheń, Polonia (tra cui la visita e la Messa pontificale di Sua Eccellenza Mons. Athanasius Schneider, celebrazioni in rito romano e domenicano Riti, laboratori, etc.).


Riprendiamo da Rorate Caeli


Il 19 agosto 2015, presso il "Seminario Ars celebrandi" di liturgia tradizionale, in Polonia [vedi], il vescovo del Kazakistan Athanasius Schneider  ha celebrato una Messa pontificale e i Vespri, e ha tenuto una conferenza sul corretto rinnovamento della liturgia e la dovuta adorazione del Santissimo Sacramento. Egli ha anche risposto alle domande dei partecipanti dei laboratori e firmato il suo ultimo libro Corpus Christi.

Nella conferenza, dal titolo "Il rinnovamento della liturgia e il senso perenne della Chiesa", che abbondava di citazioni tratte dal Nuovo Testamento, dagli scritti dei Padri della Chiesa e dalla Costituzione del Concilio Vaticano II sulla liturgia Sacrosanctum Concilium, Sua Eccellenza ha sottolineato che la caratteristica essenziale della sacra liturgia è l'adorazione di Dio.

sabato 29 agosto 2015

La Grande Eresia Secondo Marcel De Corte

Di Don Curzio Nitoglia, avevamo già pubblicato la recensione di una recente ristampa de L’intelligenza in pericolo di morte[1], il saggio filosofico in cui Marcel de Corte mette a nudo il malessere di cui soffre la società moderna e contemporanea e ne analizza i princìpi remoti (Cartesio e Kant) e prossimi (il neo-modernismo e Teilhard de Chardin). Il testo che segue condensa il contenuto de La grande eresia (riguardante il modernismo teologico)*.
Vi invito a leggere il testo con attenzione perché, oltre ad offrire una dovizia di documentazione, è di una chiarezza e attualità ineccepibili. Ringrazio don Curzio che mi ha inviato il file originale, che consente di riprendere il testo, arricchito delle note, molto significative, nonché i corsivi che danno la possibilità di cogliere le sottolineature più rimarchevoli. 


La Grande Eresia Secondo Marcel De Corte

Marcel De Corte (1905-1994) professore di filosofia all’Università di Liegi in Belgio, di cui divenne Rettore, ha scritto numerose opere di filosofia aristotelico/tomistica tra cui: La doctrine de l’intelligence chez Aristote (Parigi, Vrin, 1934), Le Commentaire de Jean Philopon sur le IIIme Livre du ‘Traité de l’Ame’ (Parigi, Droz, 1934)[1], Aristote et Plotin (Parigi, Desclée, 1935); ed altre di filosofia politica, tra le quali spiccano: Incarnation de l’homme (Parigi, de Médicis, 1942, tr. it., Brescia, 1949), Philosophie des moeurs contemporaines (Bruxelles, Ed. Universitaires, 1944), Essai sur la fin d’une civilisation (Bruxelles, Ed. Universitaires, 1949), L’homme contre lui-meme (Parigi, NEL, 1962, tr. it., Torino, Borla, 1976), La grand hérésie (Parigi, 1969, tr. it., Roma, Volpe, 1970; ristampa Effedieffe, Proceno di Viterbo, 2014), L’intelligence en péril de mort (Parigi, Club de la Culture française, 1969, tr. it., Roma, Volpe, 1974), De la Justice (Jarzé, Dominique Martin Morin, 1973), De la Prudence (Jarzé, DMM, 1974), De la Force (Jarzé, DMM, 1980), De la Témperance (Jarzé, DMM, 1982)[2].
Nel presente articolo cerco di condensare il contenuto del suo ottimo libro La grande eresia (Roma, Giovanni Volpe, 1970; ristampato da Effedieffe, Proceno di Viterbo, 2014) e di porgerlo al lettore con l’integrazione di altri studi sul medesimo argomento, invitando i lettori allo studio del libro medesimo ristampato recentemente da Effedieffe.

De Corte nel suddetto libro tratta del modernismo e lo qualifica come grande eresia. Penso di poter dire, senza esagerazioni, che è uno dei libri più interessanti che siano stati scritti sul modernismo. Egli, sin dall’inizio, distingue il modernismo classico, condannato da S. Pio X dal neomodernismo, nuova teologia o “progressismo”[3], condannato da Pio XII (La grande eresia, Roma, Giovanni Volpe, 1970, p. 7).

“L’islam moderato non esiste”

Matteo Matzuzzi sul Il Foglio. Padre Douglas al Bazi racconta il genocidio cristiano in Iraq

Roma. “Per favore, se c’è qualcuno che ancora pensa che l’Isis non rappresenta l’islam, sappia che ha torto. L’Isis rappresenta l’islam, al cento per cento”. Ha alzato la voce, intervenendo al Meeting di Rimini, padre Douglas al Bazi, sacerdote cattolico iracheno e parroco a Erbil, formulando – a mo’ di provocazione e con toni duri – un’equazione che ben pochi si erano spinti a  sostenere. Porta sul corpo i segni delle torture subite nove anni fa, quando una banda di jihadisti lo sequestrò per nove giorni, tenendolo bendato e in catene, con il setto nasale fracassato da una ginocchiata: “Per i primi quattro giorni non m’hanno dato neanche da bere. Mi passavano davanti e mi dicevano ‘padre, vuoi dell’acqua?’. Ascoltavano tutto il giorno la lettura del Corano per far sentire ai vicini quanto fossero bravi credenti”. A padre Douglas non appartiene il felpato linguaggio della diplomazia, il perbenismo di gran moda di cui si fa gran uso per non urtare sensibilità  varie. Nessuno spazio, nelle sue parole, neppure per le discettazioni sul grado più o meno alto di moderazione insito nelle religioni e per gli appelli al dialogo a tutti i costi con i tagliatori di teste, gli impiccatori di vecchi studiosi in pensione e, perché no, con il califfo in persona. Più che con i salotti e con certi pulpiti occidentali, l’intervento di padre Douglas è in sintonia con quel che dicono da tempo i presuli locali, a partire dal patriarca di Baghdad, mar Louis Raphaël I Sako, che nel suo libro “Più forti del terrore” (Emi) ha accusato l’ayatollah al Sistani – la massima autorità sciita irachena – di non aver aperto bocca sulle persecuzioni dei jihadisti contro le minoranze perché “tanto non mi ascoltano”.

venerdì 28 agosto 2015

30 agosto. Messa Tradizionale a Torino

Associazione Cardinal G. Saldarini
per la liturgia latino-gregoriana “Summorum Pontificum”
(Coetus fidelium stabiliter existens ex art. 5 M.P. Summorum Pontificum
et art. 15. Instr. Universae Ecclesiae)

S. Messa cantata latino-gregoriana (forma straordinaria - Messale del 1962)
XIV Domenica dopo Pentecoste

Domenica 30 agosto 2015 - ore 19.30
Parrocchia di S. Gioacchino 
Corso Giulio Cesare 10 bis, Torino

Programma musicale della celebrazione:
- Proprio gregoriano del giorno parzialmente salmodiato
- Kyriale VIII (De Angelis, secc. XII-XVI)
- Credo III (sec. XVII)
- Adoro Te Devote (Inno di S. Tommaso d’Acquino)
- Salve Regina (t. simplex)
- Te lodiamo Trinità

Ulteriori informazioni e sussidi liturgici saranno disponibili sulla pagina facebook dell'associazione (accessibile senza registrazione):
https://www.facebook.com/events/446179918895010/

Venerdì 28 agosto. Preghiera di Riparazione

Non dimentichiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione. Ecco le consuete preghiere, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].

Prosegue la devozione riparatrice dei cinque sabati per il Cuore Immacolato: potete leggere o scaricare da qui, la guida compilata da Don Marino Neri.

Aggiungo di seguito, come Lettura formativa per questa settimana, un altro testo - breve - che favorisca un approfondimento ben meditato, e arricchisca la preghiera, da San Bernardo di Chiaravalle.
Riporto, per chi volesse ripercorrerle o riprenderne qualcuna i link alle precedenti proposte di lettura.

Santa Teresa d’Avila: precedenti letture dai primi capitoli de  “Il libro della mia vita”
(cap. 10  – cap. 11cap. 12cap. 13 – cap. 14  - cap. 15 e 16 - cap. 17 e 18 - cap. 19 - Cap.22, 9-11)

Proposta per questa settimana:
Contemplare La Passione di Cristo (San Bernardo)
San Bernardo pregava : « O mio Gesù piagato, o mio sicurissimo asilo! o unico e ineffabile mio rifugio! o luogo di tutta quiete! Il mondo freme contro di me, le mie cattive inclinazioni mi combattono, il demonio mi tende mille insidie... Eppure non cado, non resto abbattuto, perché il mio rifugio è la passione del mio Gesù, perché mi ricordo delle sue santissime piaghe. La memoria e la contemplazione della passione del Redentore divino è un antidoto così efficace e potente, che nessuna malattia è capace di atterrarmi »

Anche in Vaticano è recessione. I numeri della prefettura

Che il sensus communis cominci a funzionare? Riprendo titolo e conclusione dal blog di Sandro Magister:

In occasione della centesima udienza generale del pontificato di papa Francesco, mercoledì 26 agosto, la prefettura della casa pontificia ha comunicato che a questi cento appuntamenti hanno preso parte in totale 3.147.600 persone, così distribuite [...] Quindi ogni nuovo anno con la metà di presenze dell’anno precedente.
[...] Né le vacche magre sembrano scongiurate, visto che alla centesima udienza di mercoledì scorso è stato comunicato che sono accorsi solo “in più di diecimila”.
La foto sopra è stata scattata durante l’udienza generale di mercoledì 11 febbraio 2015, che era anche la festa della Madonna di Lourdes e la giornata del malato, con l’afflusso di delegazioni dell’Unitalsi.

Piazza Martin Lutero nel cuore di Roma, a settembre la targa

Non ci sono più parole; ma bisogna gridare...

A quasi cinquecento anni dall’avvio della Riforma protestante, Roma dedicherà una piazza a Martin Lutero. La notizia, passata quasi sotto silenzio dopo una delibera della Giunta capitolina del marzo scorso, riguardante il cambio di nome di una serie di vie e piazze, è stata ripresa in prima pagina dal quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung. A settembre, dunque, nell’area di Colle Oppio verrà scoperta la targa intitolata al monaco riformatore, con sotto la scritta: «Teologo tedesco (1483-1546)». 

Localizzazione della nuova denominazione
Un gesto piccolo, ma di enorme significato. Che equivale a porre la parola fine, se non alle differenze dottrinarie tra cattolici e protestanti, sicuramente a una storia di aperta ostilità che per secoli ha insanguinato l’Europa. C’è, poi, il rapporto tra Lutero e Roma, ambivalente e contrastato. Il monaco agostiniano Martin Luther viene inviato nella Città Eterna nel 1510 dal suo Ordine. Restando scandalizzato, secondo la tradizione, dallo stile di vita licenzioso del clero e dagli sperperi principeschi della corte papale di Giulio II. Più tardi, bollerà la città come sede del peccato e abitazione del demonio. In base a un’altra versione, invece, il giovane laureando in teologia sarebbe rimasto affascinato dalla grandiosità e dalla vivacità artistica della Roma del tempo.

Una Chiesa purtroppo a due corsie parallele / V

Vedi precedenti [qui] - [qui] - [qui] - [qui].

Carissima Maria,
domenica scorsa abbiamo di nuovo varcato le alpi, ma a differenza di quando ci recammo nella cattedrale del vescovo Vitus Huonder a Coira, invece di passare sotto il S.Bernardino, al fine di raggiungere la nostra meta stavolta abbiamo dovuto percorrere la galleria del S.Gottardo, un tunnel della lunghezza di ben 17 km.
Ora devi sapere che da queste parti da anni si sta discutendo animatamente su un prospettato raddoppio di quest’imponente traforo stradale. Il suo attraversamento è potenzialmente molto pericoloso, in quanto costituito da una sola carreggiata comprendente due corsie con traffico in senso inverso. Durante un normale transito non si nota nulla di particolare, ciascuno procede tranquillamente dalla sua parte, ma in caso di incidente, malgrado tutte le avanguardistiche misure di sicurezza finora già messe in atto, la situazione si rivelerebbe oltremodo drammatica.
Durante quest’ultimo attraversamento, che ogni volta sembra non terminare mai, mi sono domandato: ma le due corsie parallele di cui stiamo parlando in questo blog riguardo alla Chiesa sono a scorrimento uni- o bi-direzionale? Non ci troviamo forse in una situazione analoga a quella del traffico veicolare sotto il massiccio del S.Gottardo? Infatti il flusso di chi persegue l’adattamento al mondo non può avere la stessa direzione di coloro che cercano il Regno dei Cieli.
Come sulla strada, anche nella Chiesa, fin tanto che si procede nella tranquilla normalità quotidiana, tutto rimane limitato al confronto o al massimo a qualche scontro verbale. Ma ad ottobre vi sarà un incrocio con alto rischio di collisione e i danni potrebbero essere devastanti. È ipotizzabile che l’unica soluzione sia quella, per il futuro, di separare nettamente le corsie di marcia, proprio come se nell’edilizia stradale si costruisse un cosiddetto secondo tubo.

giovedì 27 agosto 2015

Antonio Livi. Il fondo inquietante della proposta kasperiana. L'Eucaristia secondo Kasper

Il fondo inquietante della proposta kasperiana

Un grazie a Mons. Antonio Livi, decano di Filosofia alla Pontificia Università Lateranense, per questa esaustiva presa di posizione.
Riprendiamo da Disputationes Théologicae, che non manca di sottolineare come “il processo che sta dietro ai fenomeni collegati al Sinodo di ottobre è una realtà di portata ben più ampia dei punti specifici dei “divorziati risposati” e degli omosessuali. Siamo davanti all’assalto finale del pensiero gnostico-massonico alla Chiesa di Cristo”. Ed è per cogliere la portata dello scontro in atto nonché gli aspetti sottostanti alla scandalosa “proposta Kasper” o da essa implicati che propone l'analisi del fondo della “teologia eucaristica” dell’ecclesiastico tedesco attraverso la trattazione di Mons. Livi.


L'eucaristia secondo Kasper
di Antonio Livi

Walter Kasper è nato in Germania il 5 marzo 1933, a Heidenheim (Brenz) nei pressi di Rottemburg. Completati gli studi di Filosofia e di Teologia presso la Facoltà teologica cattolica dell’Università di Tubinga, nel 1961 ha conseguito il  dottorato con una tesi su Die Lehre von der Tradition in der Römischen Schule, e ha ottenuto  la libera docenza in Teologia quattro anni dopo. Dal 1964 al 1970 ha insegnato nell’Università di Münster e dal 1971 è ritornato nell’ Università di Tubinga come ordinario di Teologia dogmatica. Ordinato sacerdote nel 1957, è stato consacrato Vescovo di Rottenburg-Stoccarda nel 1989. Nel 1994 hanno inizio i suoi incarichi nel campo dell’ecumenismo con la nomina come co-presidente della Commissione Internazionale di dialogo cattolica-luterana, cui fa seguito nel marzo 1999 la nomina come segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e nel marzo del 2001 la nomina come presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Nel Concistoro del 21 febbraio 2001 Kasper è stato elevato alla porpora cardinalizia.

mercoledì 26 agosto 2015

Impariamo dai Santi

Padre buono, ti prego,
dammi un’intelligenza che ti comprenda,
un animo che ti gusti,
una pensosità che ti cerchi,
una sapienza che ti trovi,
uno spirito che ti conosca,
un cuore che ti ami,
un pensiero che sia rivolto a te,
degli occhi che ti guardino,
una parola che ti piaccia,
una pazienza che ti segua,
una perseveranza che ti aspetti.
Dammi, ti prego, la tua santa presenza,
la resurrezione,
la ricompensa e la vita eterna.
(San Benedetto da Norcia)

AVVISO per i sostenitori della campagna IoStoConDanilo

A coloro che hanno partecipato, che intendono partecipare o diffondere la campagna #IoStoConDanilo 

da noi lanciata qui e ripresa qui

L’iban fino ad ora utilizzato è estinto.
Le nuove coordinate bancarie sono queste:
BANCA UNICREDIT
CONTO INTESTATO PASQUALE QUINTO
IBAN IT 41 G 02008 05008000 101365598
Nella causale:
ADESIONE ALLA CAMPAGNA IOSTOCONDANILO

Ricordo che è possibile acquistare una copia del suo ultimo libro: ANCILLA HOMINIS [vedi], sul sito www.radiospada.org.

Giuseppe Fallica. Inchiesta sugli slogan del progressismo idelogico

Grati a Giuseppe Fallica che ci segnala il suo testo ripreso di seguito. È importante tener desta l'attenzione e approfondire nei termini giusti. Per dirla con Paolo Pasqualucci: possiamo (e dobbiamo) ancora combattere e vender cara la pelle, in tutti i sensi: sia in vista del Sinodo che per tutte le altre sfide che stanno mettendo a dura prova la Chiesa e la società.
Abbiamo già pubblicato [qui] un intervento di Giuseppe Fallica, in difesa della verità, nel novero del dibattito innescato dalle esegesi di conio rabbinico di p. Innocenzo Gargano, seguite da diverse repliche a sostegno o dissenzienti, pubblicate da Sandro Magister.

Chi sostiene l'integrità della dottrina è davvero un legalista e moralista con un cuore di pietra? Un novello fariseo che non ama il prossimo? Un costruttore di muri, anziché di ponti? Un ostacolo al dialogo e all'accoglienza? 
Che all'interno della Chiesa ci sia oggi una profonda spaccatura, solo in apparenza pastorale, è un dato di fatto di cui è prova il confronto emerso nell'ultimo anno intorno alle questioni discusse al Sinodo sulla famiglia.  

Appare evidente infatti come oggi si fronteggino due visioni molto diverse, diremmo opposte, in merito al rapporto con la modernità e all'esercizio della missione apostolica mediante la pastorale, con un coinvolgimento della stessa dottrina. Qualcuno a volte banalizza la situazione parlando di semplice opposizione tra destra e sinistra (vedi articolo su La Nuova Bussola Quotidiana: con la inquietante soluzione del "in medio stat virtus" come se tra il dogma e l'eresia la soluzione fosse nel mezzo), ma la verità è che c'è in atto una contrapposizione dottrinale che trova espressione persino nell'analisi della contingenza storica.

martedì 25 agosto 2015

don Curzio Nitoglia. LA SECONDA, LA TERZA SCOLASTICA E IL NEOTOMISMO

Introduzione 
Dopo i colpi inferti dalla falsa scolastica decadente di Scoto († 1308) e di Occam († 1349) al Tomismo con l’Umanesimo, il Rinascimento e il Luteranesimo si assiste ad un discredito generale gettato dalle classi colte sul Tomismo, il quale però lungi dallo spegnersi si ravviva grazie all’opera del Capreolo († 1444), che ripropone al secolo XV le verità immutabili della filosofia perenne che è stata esposta nella maniera più sublime da S. Tommaso d’Aquino. Inoltre due grandi geni teologici hanno approfondito e commentato la Summa theologiae s. Thomae Aquinatis (Tommaso de Vio detto il Gaetano, † 1534) e la Summa contra Gentes (Francesco de’ Silvestri detto il Ferrarese, † 1528).
Nell’epoca moderna, che inizia con Lutero († 1546) e Cartesio († 1650) ed è caratterizzata dal libero esame soggettivo religioso (“sola Scriptura”) e dal primato del pensiero (“Cogito”) sulla realtà (“ergo sum”), la scuola di Salamanca e il Tridentino rilanciano - nel Cinque/Seicento - la dottrina tomistica verso le più alte vette della somma speculazione dogmatica, morale, metafisica, politica, ecclesiologica, sacramentaria e mistica ad opera di grandissimi filosofi, teologi, esegeti e controversisti tomisti (de Vitoria, Soto, Cano, Bañez, Giovanni di San Tommaso, Suarez e Bellarmino e di grandi santi: S. Teresa d’Avila, S. Giovanni della Croce e S. Ignazio da Loyola, che son tre pietre miliari nella storia della teologia ascetica e mistica).

lunedì 24 agosto 2015

Danilo Quinto. Dal 'matrimonio omosessuale' al 'poliamore'.

L'articolo di questa settimana di Danilo Quinto trae spunto da un articolo apparso su La Repubblica lo scorso 19 agosto, dal titolo eloquente: Attali e la coppia ai tempi del consumismo: «Addio monogamia benvenuto 'poliamore'». Il sottotitolo è altrettanto dirompente: L'economista: «In analogia con il networking ci sarà il netloving, un circuito sentimentale con più individui. A che titolo si dovrebbero avere due case e due cellulari, e non più relazioni?»
Nello stesso numero il quotidiano sembra aver alzato il tiro pubblicando altri veri e propri manifesti della "nuova umanità" immersa in ogni tipo di perversione... Ma noi teniamo il fronte in Cordibus Jesu et Mariae. Buona lettura!


«A che titolo si dovrebbero avere due case e due cellulari e non più relazioni?», dice Jacques Attali alla giornalista di Repubblica lo scorso 19 agosto.

Nella «società liquida» che viviamo, il ruolo di gente come Attali è fondamentale. Da Mitterand in poi, lo studioso francese, figlio di un commerciante ebreo, ha svolto la funzione di «uomo ombra» sulle scelte economiche ed è stato uno degli artefici dell’invenzione dell’euro, la non-moneta che ha devastato negli ultimi quindici anni la vita di centinaia di milioni di europei, contribuendo all’arricchimento del sistema bancario, dei gruppi finanziari e delle élites.
Fu proprio Attali a dichiarare nel 2011:
«La crisi attuale dell'Euro non solo era prevedibile, ma era stata prevista e perfino pianificata, per arrivare ad una forte federazione europea sul bilancio. Tutti coloro che, come me, hanno avuto il privilegio di tenere la penna per scrivere la prima versione del trattato di Maastricht, hanno fatto in modo che un'uscita non fosse possibile. Siamo stati ben attenti a evitare di scrivere un articolo che consentisse ad uno stato membro di andarsene. Questo non è molto democratico, ma è una garanzia per rendere le cose più difficili, in modo che fossimo costretti ad andare avanti».

domenica 23 agosto 2015

Immagini eloquenti. Assisi, la Cittadella - Enzo Bianchi e la famiglia.

N.B. Il sedicente "priore" Enzo Bianchi è stato nominato, dal papa regnante, consultore al Pontificio Consiglio per L’Unità dei Cristiani ed è molto gettonato in ogni occasione formativa nella maggior parte delle diocesi d'Italia nonché nelle Università Pontificie. Se questi sono i formatori...
Cito Mons. Antonio Livi [qui]:
« ...si presenta come il priore della Comunità di Bose, che i cattolici ritengono essere un nuovo ordine monastico, mentre canonicamente non lo è, perché non rispetta le leggi della Chiesa sulla vita comune religiosa. I cattolici lo ritengono un maestro di spiritualità, un novello san Francesco d’Assisi capace di riproporre ai cristiani di oggi il Vangelo sine glossa, ma nei suoi discorsi la Scrittura non è la Parola di Dio custodita e interpretata dalla Chiesa ma solo un espediente retorico per la sua propaganda a favore di un umanesimo che nominalmente è cristiano ma sostanzialmente è ateo ».

Don Elia. Umile e alta più che creatura

Per riuscire ad esprimere, per quanto possibile, la sublimità del Suo mistero, nel XXXIII canto del suo Paradiso Dante pone sulle labbra di san Bernardo, cantore della Vergine, una serie di locuzioni paradossali o antinomiche. La creatura che più di ogni altra è stata elevata all’ordine soprannaturale e associata agli ineffabili scambi d’amore della Trinità santissima non poteva essere se non la più umile davanti a Dio, la più trasparente alla Sua grazia, la più libera da qualsiasi ripiegamento su se stessa, caratteristico delle anime ferite dal peccato originale. Se è vero che tutto questo è dipeso anzitutto da una liberissima elezione, in virtù della quale Ella era stata prescelta da tutta l’eternità perché, in vista dei meriti di Colui che da Lei sarebbe nato, fosse esente da qualsiasi macchia, è anche vero che la prescienza divina non poteva ignorare la perfetta corrispondenza alla grazia con cui l’Eletta avrebbe cooperato in modo essenziale al compimento del piano di salvezza: madre del Verbo incarnato, Sua inseparabile compagna nella Passione redentrice, ricettacolo purissimo dello Spirito Santo nel cuore della Chiesa nascente.

sabato 22 agosto 2015

Isis distrugge con un bulldozer il monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn in Siria

La becera demagogia:
"Dobbiamo mettere da parte angoscia distruttiva e fandonie della guerra santa. Non c’è alcun pericolo rispetto alla nostra identità di fede. L’islam non vuole cancellare le radici cristiane in occidente”. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo
La cruda realtà:
Il monastero cattolico di Sant'Elian nella Siria centrale è stato distrutto dai jihadisti dello Stato islamico (Isis) e gran parte degli abitanti di Qaryatayn, cittadina dove sorgeve il luogo sacro fino a pochi anni fa abitata sia da cristiani sia da musulmani, sono stati sequestrati e portati verso Raqqa, la 'capitale' dell'Isis nella Siria settentrionale. Né si ha notizia del priore del monastero, padre Jacques Murad, rapito lo scorso maggio.

"5 Giorni con la Tradizione". Programma liturgico

Ci viene data notizia e volentieri diffondiamo - [fonte]:

5 giorni con la Tradizione.

Destinatari:
Se sei un/a ragazzo/a dai 18 ai 28 anni, il sodalizio “Circolo Liturgico Pio VII” e alcuni seminaristi organizzano per te un soggiorno breve di 5 giorni in una casa nel Parco dei Gessi Bolognesi con possibilità di brevi escursioni e conferenze.
La Santa Messa quotidiana sarà nella forma straordinaria del Rito Romano.
Inizio il 4 settembre, con il pranzo alle ore 12:00. Fine martedì 8 settembre, con la Santa Messa per la della Natività della Beata Vergine Maria alle ore 16:00.

Località Maddalena, Casalfiumanese (Bologna)
con possibilità di ritrovo alla stazione ferroviaria di Imola.

Don Elia. Ella ti schiaccerà la testa

Oggi la Chiesa celebra la festa di "Maria Regina" e, nel rito Antiquior, la festa del "Cuore Immacolato di Maria".

Ipsa conteret caput tuum (Gen 3, 15).

L’esegesi moderna spiega che il soggetto di questa frase non è la Donna, ma la sua discendenza. Poco importa: la Chiesa non si è fermata al senso letterale nella sua lettura dell’Antico Testamento, fin dall’epoca dei Padri apostolici. In ogni caso, la discendenza allora promessa e attesa dalle genti, il Figlio di Dio fatto uomo, ha schiacciato la testa del serpente in indissolubile unione con la Madre, che non solo ha reso possibile l’Incarnazione con il libero fiat a cui il Padre ha voluto sospendere il Suo piano di salvezza, ma ha pure condiviso totalmente le sofferenze redentrici del Verbo, da Lei generato nella natura umana passibile, e ha attirato lo Spirito Santo con la propria efficacissima preghiera nel cuore della Chiesa nascente. Anch’Ella dunque, con il Deus homo, ha schiacciato la testa del biblico rettile, ma lo ha fatto come semplice creatura, sia pure perfettamente trasformata dalla grazia, dando così anche a noi la possibilità di farlo con la grazia di Suo Figlio, che ci raggiunge attraverso di Lei.

venerdì 21 agosto 2015

23 agosto. Santa Messa Tradizionale a Torino

Associazione Cardinal G. Saldarini
per la liturgia latino-gregoriana “Summorum Pontificum”
(Coetus fidelium stabiliter existens ex art. 5 M.P. Summorum Pontificum
et art. 15. Instr. Universae Ecclesiae)

S. Messa cantata latino-gregoriana (forma straordinaria - Messale del 1962)

Solennità esterna di San Domenico Confessore
Commemorazione XIII Domenica dopo Pentecoste

Domenica 23 agosto 2015 - ore 19.30
Parrocchia di S. Gioacchino 
Corso Giulio Cesare 10 bis, Torino

Programma musicale della celebrazione:
- Proprio gregoriano della festa parzialmente salmodiato
- Kyriale VIII (De Angelis, secc. XII-XVI)
- Credo III (sec. XVII)
- Adoro Te Devote (Inno di S. Tommaso d’Acquino)
- Salve Regina (t. simplex)
- Giù dai colli (Rastello-Gregorio, 1929, inno per la beatificazione di S. Giovanni Bosco)

Ulteriori informazioni e sussidi liturgici saranno disponibili sulla pagina facebook dell'associazione (accessibile senza registrazione).

Venerdì 21 agosto. Preghiera di Riparazione

Non dimentichiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione. Ecco le consuete preghiere, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].

Prosegue la devozione riparatrice dei cinque sabati per il Cuore Immacolato: potete leggere o scaricare da qui, la guida compilata da Don Marino Neri.

Aggiungo di seguito, come Lettura formativa per questa settimana, un altro testo - breve - che favorisca un approfondimento ben meditato, e arricchisca la preghiera, da San Bernardo di Chiaravalle, la cui festa ricorreva ieri, 20 agosto.


Santa Teresa d’Avila: precedenti letture dai primi capitoli de  “Il libro della mia vita”
(cap. 10  – cap. 11cap. 12cap. 13 – cap. 14  - cap. 15 e 16 - cap. 17 e 18 - cap. 19 - Cap.22, 9-11)

Proposta per questa settimana:
Contemplare La Passione di Cristo (San Bernardo)

Una Chiesa purtroppo a due corsie parallele / IV

Vedi precedenti [qui] - [qui] - [qui].

Carissima Maria,

domenica scorsa siamo andati a Vocogno, la parrocchia tradizionale situata in cima al Piemonte. Era un'occasione speciale, poiché vi si festeggiava San Rocco, il santo taumaturgo secondo patrono del luogo, con S.Messa e vesperi solenni, bacio della reliquia, processione per le vie del paese con l’accompagnamento della banda musicale; e con tanto di pranzo offerto a tutti grazie alla generosità dei parrocchiani che hanno preparato un dovizioso buffet.
Ma mi domandavo: è proprio il caso di riferirti al riguardo? Mi pareva superfluo. Chi, infatti, nel mondo della Tradizione non conosce Vocogno? Lì s’incontra gente proveniente d'ogni dove. Inoltre sul sito della parrocchia ognuno può sempre trovare una ricca documentazione fotografica, filmati, i contenuti delle omelie, delle catechesi...

giovedì 20 agosto 2015

Come si interpreta la” misericordia” nell’arcidiocesi di Trento

Riprendiamo da Corrispondenza Romana.
Ricordiamo precedenti articoli sul "priore" di Bose: [qui - qui - qui], definendolo con le parole di Mons. Livi: « Enzo Bianchi si presenta come il priore della Comunità di Bose, che i cattolici ritengono essere un nuovo ordine monastico, mentre canonicamente non lo è, perché non rispetta le leggi della Chiesa sulla vita comune religiosa. I cattolici lo ritengono un maestro di spiritualità, un novello san Francesco d’Assisi capace di riproporre ai cristiani di oggi il Vangelo sine glossa, ma nei suoi discorsi la Scrittura non è la Parola di Dio custodita e interpretata dalla Chiesa ma solo un espediente retorico per la sua propaganda a favore di un umanesimo che nominalmente è cristiano ma sostanzialmente è ateo». [qui] [vedi anche]

L’Arcidiocesi di Trento non finisce di stupire. L’ultima iniziativa è quella di affidare la solenne assemblea del prossimo 19 settembre al sempreverde Enzo Bianchi, dottore in Economia e Commercio, fondatore e priore dell’iperecumenica comunità di Bose, ed estimatore di Hans Küng, il critico per antonomasia dell’infallibilità e dell’autorità papale. Non a caso, nel 1979 allo stesso Küng la Congregazione per la Dottrina della Fede revocò la missio canonica, l’autorizzazione necessaria cioè per insegnare la teologia cattolica.

L’Arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, raccomanda, preoccupato, in una lettera ai parroci che, per l’occasione, vi sia «larga partecipazione di collaboratori e collaboratrici» per questo che, definisce un imperdibile «evento». «Evento» è, dunque, ascoltare chi nel giugno 2011 alla trasmissione di Rai RadioTre, Uomini e profeti, “demitizzò” i miracoli, definendoli roba da società «incantata» e non certo per «cattolici adulti»; chi, nel novembre dello stesso anno a Rimini definì una «pericolosa perversione» interrogarsi sul diavolo ed i primi 11 capitoli della Genesi «racconti mitici, tentativi fatti con categorie culturali di tremila anni fa».

mercoledì 19 agosto 2015

«Scisma o non scisma»? Mons. Schneider: non è questo il problema

Il vescovo Athanasius Schneider è stato indotto a fornire "chiarimenti" in seguito ai commenti pubblicati da Adelante la Fe, versione spagnola di Rorate Caeli, dei quali - in attesa della traduzione integrale - abbiamo riportato un interessante stralcio qui.
Evidentemente, c'è chi è ancora inesorabilmente fermo e focalizzato senza appello sul termine "scisma", che appare ben lontano dalla realtà ed anche dalla visione del vescovo Schneider sulla FSSPX. Il che viene confermato nei chiarimenti che seguono, che mons. Schneider ha espresso via mail, chiedendone la diffusione.
Richiamo la vostra attenzione sul punto 9 che mostra consapevolezza della gravità della crisi attuale e dell'inanità, per non dir peggio, delle lotte fratricide tra componenti ecclesiali....
Questo discorso dovrebbe valere per tutti coloro - e sono di solito tra i più accaniti "normalisti" - che si ostinano a spargere veleni contro l'opera di mons. Lefebvre, così drammaticamente provato nella sua responsabilità di vescovo fedele alla Verità. Traduco di seguito i 'punti chiave' dei chiarimenti riportati da Rorate Caeli :
Chiarimenti a Michel Voris sulla questione della Fraternità San Pio X:
  1. Non ho detto che non ci sono ragioni che impedirebbero un riconoscimento canonico della Fraternità San Pio X, ma ho detto più cautamente: "A mia conoscenza non ci sono ragioni pesanti".
  2. Non ho detto che l'attuale situazione canonica della Fraternità San Pio X è OK. Al contrario, a causa del loro status è necessario che essi ricevano il riconoscimento canonico da parte della Santa Sede.
  3. Ho detto che la Fraternità San Pio X dovrebbe essere accolta, nel frattempo, così com'è. Il mio pensiero è questo: per ragioni pedagogiche e pastorali dovrebbe essere nel frattempo accettata così com'è, al fine di correggere per tempo le cose che devono esservi corrette.
  4. Non ho mai detto che sostengo le posizioni della Fraternità San Pio X sul Vaticano II. Ho solo detto che c'è da entrambe le parti, vale a dire Santa Sede e FSSPX, una sopra-valutazione e sovrastima del Concilio Vaticano II, ma su punti di vista opposti. La questione è la giusta misura, cioè dobbiamo avere una stima ed una buona valutazione del Vaticano II, ma non in modo esagerato. Non dobbiamo fare del Vaticano II un Concilio isolato da tutti i Concili precedenti o una specie di super-Concilio.
  5. La tragedia della storia è che in tempi confusi come il nostro, le forze buone della Chiesa, che vogliono restaurare la vera fede e il culto divino spesso combattono una contro l'altra, a scapito del vero rinnovamento e per la gioia dei nemici fuori e dentro la Chiesa.
  6. Naturalmente, la FSSPX deve formulare le proprie critiche con maggiore rispetto verso l'autorità suprema della Chiesa e deve evitare espressioni e giudizi errati ed esagerati. Si deve agire con il principio del «veritatem facientes in caritate» (difendere la verità con amore). Questo ho spesso detto ai rappresentanti della Fraternità San Pio X.
  7. Bisogna avere abbastanza onestà intellettuale e obiettività per ammettere che la Fraternità San Pio X formula alcune critiche teologiche, che devono esser prese sul serio, su alcune affermazioni non strettamente dogmatiche dei testi del Vaticano II e di alcuni documenti postconciliari. Purtroppo la critica a volte manca della dovuta forma rispettosa. Tuttavia, alcune obiezioni teologiche della Fraternità San Pio X possono essere un contributo costruttivo per un maggiore approfondimento teologico di alcuni temi, come ad esempio la collegialità, la libertà religiosa, la riforma liturgica.
  8. Ogni vero cattolico dovrebbe soltanto esser contento e grato a Dio, quando la Fraternità San Pio X con tutti i loro sacerdoti e famiglie cattoliche, che per la maggior parte sono i fedeli cattolici, fosse riconosciuta dalla Santa Sede, in modo che ci sia una nuova forza rilevante per un rinnovamento della Chiesa secondo il pensiero dei Santi, dei nostri padri e secondo la vera intenzione di Papa Giovanni XXIII, intenzione dimostrata nei suoi discorsi e soprattutto nelle bozze di documentazione (schemata) che questo Papa ha ordinato di preparare e che ha personalmente approvato.
  9. La situazione attuale della Chiesa è simile a quella della crisi ariana nel 4° secolo: assistiamo ad una battaglia navale nella notte, dove i nemici della Chiesa attaccano con veemenza la grande nave della Chiesa, mentre nello stesso tempo piccole navi di diversi gruppi cattolici sferrano veri attacchi l'un l'altro, invece di fare una difesa comune contro i nemici.
Vi do il permesso di usare queste mie precisazioni e diffonderle. Dio vi benedica,
+ Athanasius Schneider

E.M. Radaelli. Commento all'Enciclica Laudato si'. (testo rivisto)

Avevamo già pubblicato [qui] il testo di Enrico Maria Radaelli sulla Enciclica Laudato si'. Ora ci viene riproposto in una versione rivista e integrata, che pubblichiamo volentieri.

COMMENTO ALL'ENCICLICA LAUDATO SI'

IL PROBLEMA DELL’UOMO È IL PROBLEMA DELL’ADORAZIONE E TUTTO IL RESTO
È FATTO PER PORTARVI LUCE E SOSTANZA.


Così scriveva Romano Amerio nel giugno 1926 in Di un bisogno dei contemporanei (Pagine nostre, periodico della diocesi di Lugano), ventunenne studente alla Cattolica di Milano.

È invece forse cambiato, “il problema dell’uomo”, in questi quasi cento anni da quel lontano giugno di fresche, assolutistiche e specialmente molto veridiche scoperte ameriane?
Oggi, giugno 2015, Papa Bergoglio ha immerso la Chiesa in una Lettera enciclica che asserisce urbi et orbi essere il problema dell’uomo tutto tranne quello dell’adorazione. La Laudato si’ è la più esemplare cartina di tornasole dello stato della civiltà occidentale oggi: una civiltà tutta post cristiana.
Infatti: le chiese di tutto il mondo ormai da decenni si stanno svuotando di giorno in giorno di milioni di fedeli. E dove vanno questi milioni di fedeli gioiosamente apostati? Non vanno solo a zonzo qua e là, quasi senza sapere dove andare, ma vanno in un luogo preciso, in un dirupo, in un abisso scosceso e senza fondo, che loro credono di vedere come un luogo ameno e solatio, il luogo dei piaceri e dei canti: vanno a ingrossare, spensierati e felici, le fila del liberalismo, dell’agnosticismo, dell’ateismo militante, che permette loro di fare finalmente quel che vogliono, una pacchia. E nei pochi che restano nella Chiesa il sentimento religioso, intanto, si immiserisce nell’abitudinarietà, nella pochezza spirituale, nella caduta del timor di Dio, tutta colpa, queste tre infinite miserie, della perdita di apprezzamento e di venerazione del dogma (la liturgia nasce dal dogma), sovrastato e ormai come cancellato dalla terra della Chiesa.

martedì 18 agosto 2015

Vescovo Athanasius Schneider: «Non ci sono ragioni di peso per negare al clero e ai fedeli della Fraternità San Pio X il riconoscimento canonico ufficiale»


Ringrazio il lettore Viandante per la sua traduzione di questa parte dell'intervista recentemente rilasciata da Mons. Schneider, ricavata dalle informazioni diffuse, insieme ad altri contenuti edificanti sulla Tradizione cattolica, attraverso il Notiziario mensile Attualità Cattoliche [qui]. Una delle variegate iniziative, che cominciano a diffondersi, che rappresentano un piccolo frutto del nostro impegno quotidiano.
Sarà utile - ce la metterò tutta! - organizzare e rendere disponibili, indicizzandole, questa ed altre iniziative che si vanno consolidando, insieme all'acquisizione di contenuti da e in altre lingue e alla Parrocchia virtuale. Per ora: La Fede di Sempre - Attualità Cattoliche - Le cronache di Marius: la Chiesa a due corsie parallele, cronache rivelatrici, ragionate e documentate...

Mons. Schneider: «Non ci sono ragioni di peso per negare
al clero e ai fedeli della Fraternità San Pio X
il riconoscimento canonico ufficiale»

Vescovo Schneider: La Santa Sede mi ha chiesto di visitare i due seminari della FSSPX per condurre discussioni su specifiche questioni teologiche con un gruppo di teologi delle stessa fraternità e con Sua Eccellenza il Vescovo Fellay. Ciò, a mio parere, dimostra che per la Santa Sede la Fraternità non è una realtà ecclesiale trascurabile, ma che deve essere presa sul serio. Ho ricevuto un’impressione molto buona dalle mie visite. Ho potuto osservare una sana realtà teologica, spirituale e umana in entrambi i seminari. Lo spirito del sentire cum ecclesia della Fraternità San Pio X era evidente al momento che sono stato accolto come inviato della Santa Sede con autentico rispetto e cordialità. Inoltre, in entrambi i seminari sono stato felice di vedere all'ingresso la foto di Papa Francesco, il pontefice regnante. Nella sacrestia c’era una targhetta col nome di S.S. Francesco e dell'Ordinario della diocesi. Mi ha commosso il canto della tradizionale preghiera per il Papa ("Oremus pro Nostro Pontefice Francisco...") durante l'esposizione solenne del Santissimo Sacramento.

Diocesi “censura” la «preghiera dell'Alpino», polemica in Veneto

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Aggiornamento: Ho scansionato dal testo cartaceo perché su Avvenire on-line l'articolo non è rintracciabile.
Per il giornale dei vescovi si tratterebbe di una tempesta in un bicchiere d'acqua. Minimizzare, anche girando la pizza col richiamare il contesto liturgico, fa parte del loro mestiere.
Il fatto è, invece, che il sacerdote non ha rimosso la preghiera dalla Liturgia come si poteva dedurre dalle considerazioni in apertura dell'articolo; ma, come si deduce dal seguito, ha "proposto il testo modificato"... (vedi immagine a lato)
Quanto a Salvini, aggiungo che sbaglia nello stigmatizzare i vescovi perché parlano di politica. Un cristiano dovrebbe contraddistinguersi anche per l'impegno politico e i suoi orientamenti. Il problema sta nel fatto che vescovi come Galatino & C. predicano orientamenti secondo il mondo...

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Conoscevo già questa aberrazione, che ormai è di lunga data, anche per iniziativa dell'Ordinariato militare. Mio marito, nei suoi scritti, riporta sempre la preghiera nel testo integrale, nonostante già da tempo risulti "censurata" nei termini che leggiamo qui, che stralcio di seguito.

Aggiungo un commento di Paolo Pasqualucci, che puntualizza con acribìa la situazione e le azioni conseguenti. Ciò che tocca la patria e la famiglia non può non toccare anche la fede.

Treviso - Nervi sempre più scoperti in Veneto su ogni episodio che richiami, anche sottotraccia, le `difesa´ del territorio da ingressi stranieri. È successo così che la Diocesi di Vittorio Veneto (Treviso) abbia `censurato´ la Preghiera dell’Alpino che doveva essere letta ieri in occasione di una cerimonia per la Festa dell’Assunta a Passo San Boldo. La proposta di modifica della frase «...rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana», non è stata accettata dai vertici locali dell’Ana (Associazione Nazionale Alpini) e la preghiera - riportano i quotidiani locali - non è stata letta dal sacerdote che celebrava la messa. Con il conseguente sconcerto delle `penne nere´, il gruppo locale dell’Ana, con i propri dirigenti ed iscritti, si è quindi riunito fuori della chiesetta che sorge sul passo (costruita dalle stesse `penne nere´) e lì si è proceduto alla lettura della preghiera dell’Alpino. Si tratta di un testo scritto circa 80 anni fa, in tempo di guerra, e che in premessa ricorda come gli alpini siano armati «...di fede e di amore». Il presidente della sezione Ana, Angelo Biz, ha voluto evitare la polemica, ma si è chiesto perché «nella Diocesi il rapporto con gli alpini sia spesso diventato così problematico».
«Sono sempre più sconcertato da `certi Vescovi´. W gli Alpini». Il segretario della Lega Matteo Salvini torna a polemizzare con i vescovi per l’iniziativa della Diocesi...
* * * 
I vescovi contro gli Alpini
Difendiamo gli Alpini contro i vescovi antiitaliani 

di Paolo Pasqualucci
  1. La frase censurata dai vescovi proclama la difesa della Patria, non minaccia nessuno. Della patria e della "civiltà cristiana". Difesa "in armi", si capisce. Sennò, come? Non è una frase aggressiva, non esprime affatto una mentalità guerrafondaia.
  2. Si capisce che a certi vescovi (ma gli altri vescovi tacciono) la frase non piaccia. La "pastorale liquida" dilagante nella Gerarchia dal Concilio in poi, ha non solo abolito l'idea stessa di Patria, connessa a quella di nazione cattolica che va difesa anche con le armi dal nemico esterno ed interno, ma anche quella di Nazione sostituendola con quella di Umanità, di Genere Umano da unificare (senza convertirlo), anche se ciò (come si vede) comporti la distruzione delle antiche nazioni europee. Questi vescovi non riconoscono più nemmeno il concetto di "civiltà cristiana". Della "civiltà cristiana" la S. Messa VO era un elemento costitutivo. Abolitala e sostituitala con la "carnevalata" montiniano-bugniniana (L. Bouyer), come si poteva mantenere il senso di una tradizione spirituale che ci ancorava ad una "civiltà cristiana" e quindi a una nazione, a una patria che, quali che fossero le sue vicissitudini e le sue contraddizioni, pur sempre la rappresentava? Inoltre, con la politica delle continue richieste di scuse, i Papi postconciliari non hanno di fatto mandato al macero tutto il passato della Chiesa, anche nel temporale? Voglio dire, facendo della politica della Chiesa nel temporale di ogni erba un fascio, senza mai distinguere ciò che andava criticato da ciò che invece andava pienamente giustificato e fatto proprio anche oggi, a cominciare dalle Crociate, dalla difesa politica e militare dell'Italia e dell'Europa dall'invasione maomettana. 
  3. E come possono sostenere il valore della Patria vescovi che magari sono a favore della distruzione del matrimonio e della famiglia cattolici, programmato dalla parte deviata del clero per il prossimo Sinodo di Ottobre, con le aperture che sappiamo? Cancellata e avversata l'idea della Patria, tocca alla famiglia. E viceversa. 
  4. Bisogna sostenere l'on. Salvini nella svolta "patriottica" che egli sta cercando di imprimere alla Lega, togliendola dal truce particolarismo delle origini. Non credo si tratti di calcoli elettoralistici. Qui sono ormai in ballo esigenze elementari e fondamentali, esigenze di sopravvivenza nazionale, come popolo, come italiani, come etnia, non solo come società. Anche la recente proposta di Salvini di istituire di nuovo il servizio militare obbligatorio mi sembra, in linea di principio, valida e da sostenere. Rientra nella logica della "difesa della Patria", di una Patria italiana che, piaccia o meno, "gli altri" (dai "Poteri forti", al nemico interno, ai mussulmani) hanno tutto l'interesse a far sparire.

FdS ==> Fede di Sempre. “Che peccati volete che abbia, non ho ucciso e non ho fatto del male a nessuno!”

Continuiamo a condividere i frutti dell'iniziativa di un lettore del blog, che sta prendendo piede nel suo contesto, nell'intento di riaffermare e diffondere le verità omesse o rinnegate delle nostra Fede. Rimaniamo in attesa dei 'frutti' di ritorno, che spero riusciremo, pure, a condividere.... 
Si tratta di riflessioni che riprendo con continuità perché giovano a tutti noi e introducono ad un percorso luminoso chi legge il blog per la prima volta.
Presentazione e notiziari precedenti: qui - qui e qui.

FdS - NEWSLETTER 2015 – 16
“Che peccati volete che abbia, non ho ucciso e non ho fatto del male a nessuno!”

Eh sì, la via della santità non è così semplice come sembra e colui che, per grazia ricevuta, inizia a santificarsi non farà mai certe battute.
La santità è come un raggio di luce che penetrando dentro di noi permette all’anima di vedere la sporcizia, le mancanze, i peccati che sono in noi e che prima non vedeva. Proprio come quel raggio di luce dentro una camera buia che ci mostra tutta la polvere che ci circonda e che prima ci era invisibile.
Quella dei grandi santi, che si rivolgono al Signore per chiedere in continuazione perdono per i loro peccati, non è ipocrisia. No, molto più semplicemente essi riescono a vedere meglio, grazie alla luce della loro santità, i limiti e le miserie della nostra natura umana e la malvagità di molti nostri pensieri, parole, opere ed omissioni.

lunedì 17 agosto 2015

Danilo Quinto. La Madonna «ingannata»

L'articolo che pubblichiamo oggi segue i lavori di p. Settimio e p. Stefano Manelli, pubblicati nei giorni scorsi, dedicati alla Consacrazione mariana [qui e qui], che ci hanno fatto raggiungere vette di contemplazione sublimi...
Ora il testo di Danilo Quinto ci riporta con i pedi per terra, riallacciandosi all'attuale temperie ecclesiale. Nello stesso tempo, esso è l'espressione di un sentire limpidamente e profondamente cattolico, che urge continuare a riaffermare e non genericamente, ma proprio in riferimento a verità di fede fondanti, omesse o sfigurate. Si tratta di un'esigenza ineludibile se si vuol continuare a mantenere la rotta nonostante ciò che vediamo e ascoltiamo ogni giorno.
Aggiungo solo una citazione per amore di verità. Riguarda Giovanni Paolo II, come vederemo di seguito impropriamente ed arbitrariamente richiamato da Bergoglio, quando invece era lontano anni luce da certe boutades umanizzanti che svuotano della sua essenza sia il mistero della Redenzione di Cristo Signore che quello della Corredenzione della Vergine. Cito dalla Redemptoris Mater, 14 :
« ...le parole di Elisabetta: «E beata colei che ha creduto» non si applicano solo a quel particolare momento dell'annunciazione. Certamente questa rappresenta il momento culminante della fede di Maria in attesa di Cristo, ma è anche il punto di partenza, da cui inizia tutto il suo «itinerario verso Dio», tutto il suo cammino di fede. ...Credere vuol dire «abbandonarsi» alla verità stessa della parola del Dio vivo, sapendo e riconoscendo umilmente «quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie» (Rm 11,33). Maria, che per l'eterna volontà dell'Altissimo si è trovata, si può dire, al centro stesso di quelle «inaccessibili vie» e di quegli «imperscrutabili giudizi» di Dio, vi si conforma nella penombra della fede, accettando pienamente e con cuore aperto tutto ciò che è disposto nel disegno divino. Mediante questa fede Maria è perfettamente unita a Cristo nella sua spoliazione. ... Ai piedi della Croce Maria partecipa mediante la fede allo sconvolgente mistero di questa spoliazione. È questa forse la più profonda «kenosi» della fede nella storia dell'umanità. Mediante la fede la madre partecipa alla morte del Figlio, alla sua morte redentrice; ma, a differenza di quella dei discepoli che fuggivano, era una fede ben più illuminata. Sul Golgota Gesù mediante la Croce ha confermato definitivamente di essere il «segno di contraddizione», predetto da Simeone. Nello stesso tempo, là si sono adempiute le parole da lui rivolte a Maria: «E anche a te una spada trafiggerà l'anima» ».

La Madonna «ingannata»

Lo Spirito Santo, che il Figlio di Dio ci ha lasciato in dono, ci ha protetti nel giorno dedicato all’Assunzione di Maria in Cielo, evitando che Bergoglio celebrasse questo giorno glorioso con una Santa Messa e con una sua predica. La Madre di Dio, questa volta, è stata ricordata solo con l’Angelus, concluso con un «Buon pranzo!», com’è nella tradizione di questi tempi grami e torbidi. Il «Sia lodato Gesù Cristo», che per secoli e secoli ha segnato il saluto del Vicario di Cristo al suo gregge, è abolito, per fare posto al saluto che si può rivolgere ad un conoscente nella piazza del Paese.