Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 27 novembre 2015

I vescovi inglesi lanciano la richiesta di una revisione della forma straordinaria del rito romano. Attenzione: sono i portavoce di altre spinte moderniste!

Leggo e traduco da Riposte Catholique e poi, di seguito, dico la mia.
Il segnale è serio e non di poco conto. Non va sottovalutato. Dove sono, tra i pastori, le sentinelle che lanciano l'allarme sui numerosi attentati, da molti versanti, alla purezza della nostra Fede? Chi potrà intervenire autorevolmente per evitare ulteriori scempi? Non è antisemitismo la riaffermazione della distinzione tra le due fedi e rifiutare la dottrina delle 'salvezze parallele'. Le note sulla 'preghiera agli ebrei' del Venerdì Santo che si vorrebbe ancora modificare, redatte dopo l'articolo tradotto, lo spiegano approfondendo.

Dal Messale Romano del 1962
Da alcuni giorni, la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, al termine della sua assemblea plenaria, ha emesso diverse risoluzioni. Tra queste, una richiesta alla Commissione Ecclesia Dei riguardante la revisione della preghiera per gli ebrei del Venerdì Santo[1], che appare nella forma straordinaria del rito romano. La revisione è ricondotta "alla luce della comprensione della Nostra Aetate dei rapporti tra la Chiesa cattolica e l'ebraismo". Da notare che nel 2008, la preghiera in questione era già stata modificata. Possiamo dunque già a interrogarci rispettosamente sulla opportunità di una ennesima revisione, mentre pensavamo che la questione fosse irreversibile.
[L'articolo riporta la versione francese. Trascrivo qui l'originale latino e la traduzione italiana dell'ultima versione della preghiera del Venerdì Santo, quella di Benedetto XVI del 2008 (tenendo conto che per il Venerdì Santo nelle chiese birituali è concessa ai termini del motu proprio solo una celebrazione, che per questa orazione sarà di fatto sempre quella moderna)[2], mentre ho costruito, in fondo all'articolo, una tavola sinottica per mettere a raffronto la versione del Messale del 1962 - che ritrovate nella prima colonna da sinistra - e le variazioni successive intercorse negli anni antecedenti il 2008, dapprima apparentemente insignificanti e poi in crescendo in direzione della dottrina delle salvezze parallele].
Preghiera in favore degli ebrei (Benedetto XVI, 2008)
Oremus et pro Iudaeis, ut Deus et Dominus noster illuminet corda eorum, ut agnoscant Iesum Christum salvatorem omnium hominum.
Oremus. Flectamus genua. Levate.
Omnipotens sempiterne Deus, qui vis ut omnes homines salvi fiant et ad agnitionem veritatis veniant, concede propitius, ut plenitudine gentium in Ecclesiam Tuam intrante omnis Israel salvus fiat. Per Christum Dominum nostrum. Amen
Preghiamo anche per gli Ebrei, affinché Dio nostro Signore illumini i loro cuori e riconoscano Gesù Cristo salvatore di tutti gli uomini.
Preghiamo. Inginocchiamoci. Alzatevi [3]
O Dio onnipotente ed eterno, che vuoi che tutti gli uomini siano salvati e pervengano alla conoscenza della verità, concedi benigno che, entrando la pienezza delle genti nella Tua Chiesa, tutto Israele sia salvo. Per Cristo nostro Signore. Amen
Eppure è questa versione del 2008 che i vescovi inglesi auspicano sia modificata. Inoltre, se si legge la Sacrosanctum Concilium o addirittura la Nostra Aetate, nessuno dei due testi richiede una tale revisione di questa parte della liturgia romana. Fra il 1962 e il 1965 i padri conciliari hanno anche celebrato quella che vien chiamata la forma straordinaria del rito romano (edizione 1962 e poi 1965), senza creasi alcun caso di coscienza o di timore. Nel 1959, Giovanni XXIII aveva accettato una nuova formulazione meno offensiva della preghiera (sostituzione di Oremus pro perfidis Iudaeis con Oremus pro Iudaedis) e una leggera modifica del contenuto della preghiera (sostituzione di "iudaicam perfidiam" con "Iudaeos"), ma non aveva modificato la preghiera liturgica in quanto tale, né modificato la liturgia (perfino fino al punto di rifiutare alcune riforme compiute sotto Pio XII ...).

Ci si chiede per quali ragioni questa questione torni prioritaria, e soprattutto perché l'ennesima focalizzazione sulla forma straordinaria della liturgia romana. Eppure molti osservatori lamentano la scomparsa di ogni senso liturgico nei fedeli e la mancanza di traduzioni corrette. Non mancano questioni prioritarie, per non dire urgenti. Gli ultimi due sinodi romani hanno mostrato un crollo di pietà, sia nei fedeli che nel clero, tanto che, nelle alte gerarchie, si è preso atto della situazione delle Chiese di alcuni paesi ... Con acutezza viene posta la questione del peccato mortale, la confessione o la necessità di essere in stato di grazia. I vescovi inglesi, infatti, hanno un bel da fare:  in Inghilterra, la Chiesa cattolica tira fuori faticosamente una traduzione più accurata del Messale Romano. In Francia, è attesa una traduzione migliore per il 2017. In quarant'anni, questa preghiera ha vissuto quattro cambiamenti. Tuttavia ci sono progetti più importanti...

Non meraviglia che siano le Chiese più secolarizzata quelle che richiedono tale revisione. Si apprende inoltre da una nota aggiunta dai vescovi inglesi sul loro sito web che essi sono d'accordo con i loro colleghi di Germania per queste modifiche della preghiera del 2008; l'Arcivescovo Kevin McDonald, presidente della commissione per le relazioni tra ebrei e cristiani della Conferenza Episcopale inglese, ritiene che la questione crea confusione e stupore da parte della comunità ebraica. Ha spiegato che l'insegnamento attuale della Chiesa non richiede più la conversione degli ebrei (il che è tutto da dimostrare se si ricorre al Magistero). È vero che la conversione, compresi gli ebrei, lascia a desiderare, quando si proclama un dialogo senza confini... D'altra parte, ci si chiede come l'esistenza di un dialogo interreligioso vieterebbe qualsiasi conversione. Cristo riguarda tutti gli uomini. Ciò che è in gioco è l'universalità della redenzione e il rischio, paradossale, di una concezione sociologica del cattolicesimo che un relativismo del genere comporterebbe (la Chiesa Cattolica diventerebbe una comunità puramente sociologica nel panorama delle religioni mentre essa è anche il Corpo mistico di Cristo) ...

Domanda sussidiaria: i cambiamenti liturgici e il dialogo interreligioso, entrambi condotti in cinquant'anni, hanno portato ad approfondire conseguentemente la fede e senso liturgico? (Tra questi due approcci si può tracciare un parallelo, perché molte similitudini vi si ritrovano). La pietà dei fedeli e la fede ne sono uscite rafforzate? Possiamo essere rassicurati, mentre le statistiche mostrano un crollo della pratica religiosa nelle società occidentali?
[Fine articolo di Riposte Catholique nella traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

* * *
Note sulla "Preghiera per gli ebrei"
Maria Guarini

Premessa
Dal Messale Romano del 1955
La soppressione delle parole perfidis e perfidiam, decisa il venerdì santo del 1959 e tradotta in pratica a partire dal 1960, non fu dovuta a un atto di buonismo del Papa, come affermato da una certa propaganda modernista, ma a una causa contingente ben precisa. Come si evince da una dichiarazione della S. Congregazione dei Riti, pubblicata pochi anni prima, nella maggior parte dei messalini bilingue (tanto italiani quanto stranieri), perfidis veniva tradotto letteralmente con perfidi mentre il significato proprio del termine latino (composto da per negativo + fidus) è infedeli. A quel tempo, nel documento della S. Congregazione dei Riti si suggeriva l'uso di termini che avessero il significato di infideles, infideles in credendo. Si disse che Giovanni XXIII, aveva voluto sanare alla radice l'equivoco che si era generato non per un difetto della preghiera latina ma per la scorrettezza delle traduzioni volgari, ma in realtà è un primo cedimento, perché il suggerimento della Congregazione dei Riti non fu mai seguito.

Già in occasione della promulgazione del Motu proprio di Benedetto XVI sulla Messa Antiquior, non erano mancate reazioni di circoli ebraici ed organi di stampa che temevano la reintroduzione della preghiera per gli Ebrei antecedente alla modifica introdotta da Giovanni XXIII. Ma i rumori di ieri, come quelli di oggi, non avevano alcuna ragione fondata e non richiedevano, né tanto meno richiedono oggi, cedimenti inammissibili.

Forse non tutti sanno che la preghiera solenne per gli Ebrei del Venerdì Santo ha una corrispondente nella cosiddetta birkat ha-minim = benedizione [che in realtà è una maledizione, almeno la nostra è una preghiera] contro gli eretici della liturgia giudaica, che così recita: “Che per gli apostati non ci sia speranza; sradica prontamente ai nostri giorni il regno dell’orgoglio; e periscano in un istante i nazareni (ndr. i giudeo-cristiani) e gli eretici: siano cancellati dal libro dei viventi e con i giusti non siano iscritti. Benedetto sei tu   che pieghi i superbi”. Si tratta della XII benedizione della liturgia sinagogale nella forma primitiva. Mentre in quella del Talmud babilonese più diffusa oggi: “Per i calunniatori e gli eretici non vi sia speranza, e tutti in un istante periscano; tutti i Tuoi nemici prontamente siano distrutti, e Tu umiliali prontamente ai nostri giorni. Benedetto Tu, Signore, che spezzi i nemici e umili i superbi”.

Dunque, non è il caso che gli ebrei - e i loro corifei - continuino a scandalizzarsi della preghiera che i cristiani innalzano a Dio per loro, quando dovrebbero agire a modificare la loro, visto che nella prima forma e anche in quella del Talmud babilonese, non è stata tolta la maledizione di Dio che non si concilia col suo amore universale.

È stato innescato un processo di giudaizzazione. Dove sta andando la Chiesa?

Di un processo di giudaizzazione all'interno della Chiesa è riprova un articolo a firma di Marco Morselli "L'ebraismo e i diritti culturali" ove egli afferma, tra l'altro: 
«Non vi è una Nuova Alleanza che si contrapponga a una Vecchia Alleanza, non vi è neppure un’unica Alleanza Vecchio-Nuova che costringerebbe gli ebrei a farsi cristiani o i cristiani a farsi ebrei. Vi è un’unica Torah eterna che contiene molte Alleanze, i molti modi in cui il Santo, benedetto Egli sia, rivela il suo amore per gli uomini e indica le vie per giungere all’incontro con Lui»
salvo che loro restano "il popolo dell'Alleanza" e noi i goym... Nella conclusione, Morselli cita Elia Benamozegh, il grande rabbino livornese che in un’opera postuma pubblicata a Parigi nel 1914 scriveva:
«La riconciliazione sognata dai primi cristiani come una delle condizioni della Parusia, o avvento finale di Gesù, il ritorno degli ebrei nel seno della Chiesa, senza di cui le diverse confessioni cristiane sono concordi nel riconoscere che l’opera della redenzione rimane incompleta, questo ritorno si effettuerà non come lo si è atteso, ma nel solo modo serio, logico e durevole, e soprattutto nel solo modo proficuo al genere umano. Sarà la riunione dell’ebraismo e delle religioni che ne sono derivate, e, secondo la parola dell’ultimo dei profeti, il sigillo dei veggenti, come i dottori chiamano Malachia, “il ritorno del cuore dei figli ai loro padri”» (Ml 3,24).
Citazione peraltro strumentale di Malachia, che parla anche della riconciliazione dei padri verso i figli e nessuno autorizza a pensare che i padri siano gli ebrei e i figli siano i cristiani, il quali sono innanzitutto figli di Dio nel Figlio...

Sta di fatto che gli ebrei si sono in qualche modo riappropriati di Cristo come rabbi e profeta e non certo come Dio... e, oggi, in riferimento al dialogo, arrivano a sostenere: 
«Il dialogo ebraico-cristiano era giunto negli ultimi mesi a un punto di crisi che sembrava insormontabile, intorno alla questione della conversione degli ebrei. In un recente incontro tra Autorità rabbiniche e Autorità episcopali italiane si è chiarito che non vi è nessuna intenzione da parte della Chiesa Cattolica di operare attivamente per la conversione degli ebrei e che di conversione si parla solo in una prospettiva escatologica». [citazione dall'articolo di Morselli sopra indicato - cfr. brano del Comunicato della CEI riportato di seguito]
Estratto dal comunicato CEI del 22 settembre 2009:
«Il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha incontrato oggi i rabbini Giuseppe Laras, Presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana, e Riccardo Di Segni, Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma. “Il Cardinale – si legge in un comunicato diffuso dalla Cei - ha voluto porgere loro gli auguri per l’inizio dell’anno ebraico pregandoli di estenderli a tutti gli ebrei italiani”. Durante l’incontro il cardinale ha affrontato con i due rabbini alcune questione rimaste “aperte” con la comunità ebraica in seguito alla pubblicazione dell’“Oremus et pro Iudaeis”. A questo proposito il comunicato afferma: Non c’è, nel modo più assoluto, alcun cambiamento nell’atteggiamento che la Chiesa Cattolica ha sviluppato verso gli Ebrei, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II. A tale riguardo la Conferenza Episcopale Italiana ribadisce che non è intenzione della Chiesa Cattolica operare attivamente per la conversione degli ebrei”... “La fede nel Dio dei Padri, ricevuta in dono – si è affermato al termine dell’incontro - rende responsabili i credenti cristiani ed ebrei per l’edificazione di una convivenza basata sul rispetto dell'Insegnamento di Dio”.»
Non possiamo ignorare che il riferimento ai dieci comandamenti gli ebrei lo fanno anche quando ne attribuiscono l'osservanza ai "noachidi". Ricordiamoci che Noè non fa parte della Storia della Salvezza, che comincia con Abramo, e che i noachidi sono tutti i non-ebrei compresi noi, mentre l'identità che essi ancora sentono è quella del Popolo Sacerdotale al quale appartengono l'Alleanza e le promesse. Mentre la Chiesa si profonde in questo riconoscimento, altrettanto non può dirsi da parte loro nei confronti della Chiesa e dei cristiani, che appartengono alla Nuova ed Eterna Alleanza per essi inconcepibile e già rifiutata ora come allora!

Principi da riaffermare con vigore

Certamente non può esistere da parte della Chiesa - riguardo alla conversione che è un dono legato alla libertà inviolabile di ognuno - alcun comportamento coercitorio nei confronti di chicchessia, ebrei compresi; ma questo non significa che la Chiesa debba rinunciare ad Annunciare il Signore a tutti, compresi gli ebrei, che hanno tutta la libertà di continuare a rifiutarlo ed aspettare il loro Messia, ma non quella di assimilarci a loro dopo aver annichilito l'Incarnazione, il Sacrificio e la Risurrezione di Cristo con la connivenza dell'apostasia ormai interna alla Chiesa!

Nessuno nega che gli ebrei vadano rispettati, amati e non perseguitati. L'antisemitismo, la furia distruttrice contro un popolo è da condannare senza riserve. Ciò è condiviso da ogni uomo di buona volontà prima ancora che da un vero cristiano. E non può certo sommariamente confondersi con l'antisemitismo la riaffermazione delle differenze tra le due fedi.

Ciò premesso, dichiarazioni come quella della CEI sopra riportata, nonché le altre espressioni sul valore delle false religioni presenti nella Nostra Aetate, come pure le ulteriori posizioni nei confronti degli ebrei non sono imposte con autorità infallibile. Si tratta di posizioni "pastorali" ambigue e pericolosissime, in contrasto col Magistero precedente, perché aprono la strada all'indifferentismo ed al relativismo religioso e, peggio, al sincretismo. I guasti li abbiamo sotto gli occhi giorno dopo giorno.
  • L'irrevocabilità della predilezione appartiene al Nuovo Israele, cioè alla Chiesa fuori della quale la vecchia Alleanza non ha più senso né fine. I rami vecchi sono stati recisi, i nuovi sono innestati sul tronco dell'Israele di Abramo che ha creduto nel Cristo venturo. La Legge antica non ha di per sé più alcuna linfa ed i rami ed il tronco isteriliti potranno riavere vita solo dall'innesto in Cristo. L'irrevocabilità della predilezione è qui e solo qui.
  • Gli ebrei che rifiutano Cristo rifiutano la predilezione.
  • Per tornare ad essere prediletti dovranno innestarsi nella nuova storia che inizia e si perpetua con Cristo.
L'Antica Alleanza vive, nella parte in cui doveva ancor continuare a vivere dopo la venuta di Cristo, nella Chiesa, Nuovo Israele, frutto della Nuova ed Eterna Alleanza. Vivendo solamente nell'Antica Alleanza, la fede degli ebrei non giustifica né salva, perché non è più la fede di Abramo e dei giusti che credettero nel Cristo venturo, né è quella di coloro che hanno accolto Gesù.
La discendenza che si rifiuta di riconoscere il Signore evidentemente non Gli appartiene finché non Lo riconoscerà. Infatti, se è vero come ha detto Giovanni Paolo II a Magonza che il Signore è fedele alle sue promesse e quindi non ha mai revocato l'Antica Alleanza:  queste le sue parole
... La prima dimensione di questo dialogo, cioè l’incontro tra il popolo di Dio del Vecchio Testamento, da Dio mai revocato (cf. Rm 11,29), e quello del Nuovo Testamento, è allo stesso tempo un dialogo all’interno della nostra Chiesa, per così dire tra la prima e la seconda parte della sua Bibbia...
è altrettanto vero che sono i suoi destinatari che l'hanno respinta, perché nel Sangue Prezioso di Cristo è stata sancita la Nuova ed Eterna Alleanza, che ha portato a compimento la Salvezza che viene dai giudei, ma il compimento, per i credenti, non può operare oltrepassando il Signore. Per salvarsi agli ebrei non basta la Torah e i Profeti, ma devono riconoscere Gesù Signore come Cristo, cioè il Messia, colui che doveva venire: è proprio per la sua fede nel Cristo venturo che Abramo ha ricevuto la sua giustificazione.

Una 'sottigliezza' da cui guardarsi

L'affermazione di Giovanni Paolo II a Magonza sopra ricordata è stata uno dei cardini del nuovo corso nel dialogo ebraico-cristiano. Ma purtroppo la cosa non si ferma al dialogo e rischia di intaccare la dottrina, nel senso della coesistenza delle salvezze parallele come varianti dello stesso tema messianico. Ci ha pensato la 'mens subtilis' di Benedetto XVI, cavillando sul termine Testamento, nel senso che il Patto o il Testamento stipulato da Dio con Mosè (1330 a. C.) sarebbe transitorio e non eterno, mentre l’Alleanza stipulata con Abramo (1900 a. C.) sarebbe permanente ed eterna. Egli adduce che poiché berìt, reso con Alleanza in latino, significa solo volontà divina e non comporta la corrispondenza umana, Dio ha mantenuto l’Alleanza con Israele, anche se questo è stato infedele. Perciò l’Antica Alleanza con Abramo sussisterebbe ancora, non sarebbe mai cessata, e dunque gli ebrei, come discendenti di Abramo sarebbero ancora titolari di quell'Alleanza irrevocabile. In più, se San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi «pone in netta antitesi l’Alleanza instaurata da Cristo e quella di Mosè», le cose andrebbero diversamente tra Abramo e Cristo per il fatto che. «nel nono capitolo della Lettera ai Romani» San Paolo utilizza non più il termine Patto o Testamento, ma Alleanza al plurale e «l’Antico Testamento conosce tre alleanze: il sabato (Mosè), l’arcobaleno (Noè), la circoncisione (Abramo)» [Ho sintetizzato in termini essenziali la sottile disquisizione fatta da Joseph Ratzinger: “Molte religioni un’unica Alleanza”, Ed. San Paolo, 2007].

E tuttavia, troviamo in Ebrei 8,13 «Dicendo, però, alleanza nuova, Dio ha dichiarato antiquata la prima. Ora, quel che diventa antico e invecchia è vicino a sparire». E sempre Ebrei 13,20-21: «Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti in virtù del sangue di un'alleanza eterna il Pastore grande delle pecore, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen» (I corsivi non sono miei, sono nel testo della Bibbia di Gerusalemme 1971). Dunque l'Alleanza nuova ed eterna è in Cristo Signore, sancita dal Suo Sangue prezioso. Inoltre l'appartenenza a Cristo non è più secondo la carne ma teologale (Gv Prologo, 12-14) e i Padri affermavano che Abramo «fu giustificato perché ha creduto nel Cristo venturo». Dunque dobbiamo dedurre che l'Alleanza non revocata ma portata a compimento e che con Abramo era nel Cristo venturo è ora, nuova ed eterna, nel Cristo venuto.

Del resto la spiegazione è data in maniera limpida nel brano del Vangelo, dove Gesù stesso dice espressamente: «Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò», (Gv, 8, 56) suggellando perfino il discorso con l'affermazione «Prima che Abramo fosse, Io sono". (Gv 8,58) ed è superfluo sottolineare la valenza dirompente di quell'«Io sono»!

Dunque, se l'Alleanza Nuova ed Eterna è in Cristo, che è Dio, a che pro star lì a tirar fuori sottigliezze di tipo rabbinico?

Pertanto, se è vero che il Signore è fedele alle sue promesse, è altrettanto vero che sono i suoi destinatari che hanno respinto la Nuova ed Eterna Alleanza sancita nel Sangue Prezioso di Cristo, che ha portato a compimento la Salvezza che viene dai giudei; ma il compimento,  per i credenti, non può operare oltrepassando il Signore. Per salvarsi agli ebrei non basta la Torah e i Profeti; essi devono riconoscere Gesù Signore come Cristo, cioè il Messia, colui che doveva venire. Come già detto, è proprio per la sua fede nel Cristo venturo che Abramo ha ricevuto la sua giustificazione.

Ora, come già osservato, gli ebrei si stanno riappropriando di Cristo come rabbi, come profeta, ma non certo come Figlio di Dio e quindi come Dio. Molti rabbini, come Jacob Neusner,[4] riconoscono i Suoi insegnamenti legati anche alle fonti giudaiche, ma ne respingono il Discorso della Montagna che, guarda caso, sintetizza la Legge Nuova. E Gesù, sia durante l'Ultima Cena che sul Calvario, nonché oltre una tomba vuota, ha fatto qualcosa di completamente nuovo che è esploso in un'altro orizzonte, quello della Creazione Nuova, iniziata dal «Fiat» di Maria e dal verginale concepimento di quel Figlio che ha detto un altro «Fiat» definitivo.

Questa è la grande meravigliosa salvifica eredità che il Signore ci ha lasciato, che è anche la nostra identità, sulla quale non accettiamo né interferenze né sconti, nel senso di diluizioni e sviamenti apportati da falsi profeti e cattivi maestri figli del modernismo. Vedi nella tavola sinottica che segue la preghiera degli ebrei del Messale 1970 e 1985.

Altre derive sincretiste

Quanto alle derive sincretiste, che non mancano neppure nei confronti dell'Islam [vedi questione dell'«adoriamo l'unico Dio»], il rischio che corre seriamente una certa ala post-conciliare della Chiesa presente nelle esternazioni di molti vescovi, è quella di considerare la Morte in Croce di Cristo solo come un grande atto di amore e solidarietà e non ciò che essa è e compie: un sublime atto di Amore, certamente; ma è un amore espiativo, oblativo, dono di sé fino alla fine, nel quale si fondono Giustizia e Misericordia, da parte di Dio, e obbedienza e affidamento totali, da parte dell'uomo-Gesù per ogni uomo. In questo senso è il Kippur perenne, affermato da Koch e contestato da Di Segni [vedi]; perché è il ripristino della Giustizia nel rovesciamento della disobbedienza originaria attraverso il duplice «Fiat», quello dell'Annunciazione ed il suo inscindibile rapporto col mistero del Getsemani, quando “il Sovrano della Storia ha detto il «Fiat» [*] in unione con l'esistenza di tutti gli uomini [**], per liberare ogni uomo, ogni volta unico, dalla morte e farlo entrare in un'altra realtà di vita eterna”.
*  il card. Koch omette di specificare il "fiat", che consiste nell'obbedienza e nella sofferenza vicaria
** Koch omette anche di specificare "tutti coloro che lo accolgono". È riconoscibile, in quel "tutti gli uomini" [vedi] la cristologia antropocentrica  della nuova ed ambigua concezione dell'Incarnazione di Gaudium et spes 22

Conclusione

Non si può ignorare che è proprio la Croce di Cristo la ‘pietra di scandalo’ sia per gli ebrei, che per i Riformati di ieri e di oggi e per i non credenti. Stat Crux dum volvitur orbis.

L'unico soggetto della predilezione è la Chiesa. Gli ebrei increduli restano fuori a causa dell'irrevocabilità per loro scelta.

L'Antica Alleanza vive, nella parte in cui doveva ancor continuare a vivere dopo la venuta di Cristo, nella Chiesa, Nuovo Israele, frutto della Nuova ed Eterna Alleanza. Vivendo solamente nell'Antica Alleanza, pur se la si chiama Prima Alleanza, la fede degli ebrei non giustifica né salva, perché non è più la fede di Abramo e dei giusti che credettero nel Cristo venturo, né è quella di coloro che hanno accolto Gesù.

Neppure possiamo ignorare che è lo stesso Gesù ad affermare (Vangelo di Marco): "Convertitevi e credete al Vangelo" e che i suoi primi interlocutori erano gli ebrei dell'epoca. E dunque noi non possiamo far altro che riproporre quello che Gesù ci ha insegnato. Ovviamente nella libertà e senza imposizioni, ma anche senza autocensure.

Tavola sinottica delle variazioni intervenute negli anni


Missale Romanum anno 1962 promulgatum,
Ristampa a cura di
C. Johnson e A. Ward, C.L.V. - Ed. Liturgiche, 1994
Messale quotidiano dei fedeli, a cura di J. Feder, ed. ital. A cura di A. Bugnini, 1963 Messale Romano
Latino - Italiano
per le domeniche
e feste, LEV,
12 marzo
1965
Variationes in Ordinem ebdomadae
sanctae inducendae: (9 marzo e 19 marzo
1965)
Messale 1970
+ versioni 1985 e 2008
8. Pro conversione Iudaeorum

 8. eliminato 8. Pro conversione Iudaeorum 8. Pro Iudaeis. 8. eliminato
Oremus et pro Iudeis: ut Deus et Dominus noster auferat velamen de cordibus eorum; ut et ipsi agnoscant Iesum Christum Dominum nostrum.

Oremus, Flectamus genua - Levate

Omnipotens sempiterne Deus, qui Iudaeos a tua misericordia non répellis: exaudi preces nostras, quas pro illius populi obcaecatione deferimus; ut, agnita veritatis tuae luce, quae Christus est, a suis ténebris eruantur.
Per eumdem Dominum.
Amen

perfidis,
perfidia
di fatto eliminati da Giovanni XXIII già dal 1959 -ndR)

Traduzione:

Preghiamo anche per i giudei, affinché il Dio nostro tolga il velo dai loro cuori ed anch'essi riconoscano Gesù Cristo Signore nostro.

- Preghiamo
- Inginocchiamoci
- alzatevi.

O Dio Onnipotente ed eterno, che non rigetti la tua misericordia neppure per i giudei, esaudisci le preghiere che ti rivolgiamo per questo popolo accecato, affinché riconoscendo la luce della tua verità, che è Cristo, siano strappati alle loro tenebre.
Per lo stesso nostro Signore Gesù Cristo. Amen


Oremus et pro Iudeis: ut Deus et Dominus noster auferat velamen de cordibus eorum; ut et ipsi agnoscant Iesum Christum Dominum nostrum.

Oremus, Flectamus genua - Levate

Omnipotens sempiterne Deus, qui Iudaeos a tua misericordia non répellis: exaudi preces nostras, quas pro illius populi obcaecatione deferimus; ut, agnita veritatis tuae luce, quae Christus est, a suis ténebris eruantur.
Per eumdem Dominum.
Amen


Oremus et pro Iudeis: ut Deus et Dominus noster auferat velamen de cordibus eorum; ut et ipsi agnoscant Iesum Christum Dominum nostrum.

Oremus, Flectamus genua - Levate

Omnipotens sempiterne Deus, qui Iudaeos a tua misericordia non répellis: exaudi preces nostras, quas pro illius populi obcaecatione deferimus; ut, agnita veritatis tuae luce, quae Christus est, a suis ténebris eruantur.
Per eumdem Dominum.
Amen
Oremus et pro Iudaeis: ut Deus et Dominus noster faciem suam super eos illuminare dignetur; ut et ipsi agnoscant omnium Redemptorem, Iesum Christum Dominum nostrum.

Oremus, flectamus genua - Levate

Omnipotens sempiterne Deus, qui promissiones tuas Abrahae et semini eius contulisti: Ecclesiae tuae preces clementer exaudi; ut populus acquisitionis antiquae ad Redemptionis mereatur plenitudinem pervenire. Per Dominum nostrum.

Traduzione:

Preghiamo per gli Ebrei: il Signore Dio nostro si degni far risplendere su di loro il suo volto, perché riconoscano anch'essi il Redentore di tutti, Gesù Cristo nostro Signore.

- Preghiamo.
- Inginocchiamoci - Alzatevi.

O Dio onnipotente ed eterno, che ad Abramo e alla sua discendenza hai fatto le tue promesse, ascolta con bontà la preghiera della tua Chiesa, perché quello che un tempo fu il tuo popolo eletto, possa giungere alla pienezza della Redenzione. Per il nostro Signore.

Oremus et pro Iudaeis, ut ad quos prius locutus est Dominus Deus noster, eis tribuat in sui nominis amore et in sui foederis fidelitate proficere. 

Flectamus genua. Levate

Omnipotens sempiterne Deus, qui promissiones tuas Abraham et eiusque semini contulisti, Ecclesiae tuae preces clementer exaudi, ut populus acquisitionis prioris ad redemptionis mereatur plenitudinem pervenire. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

Ma, nella traduzione:

Preghiamo per gli Ebrei: il Signore Dio Nostro che un tempo parlò ai loro padri, li aiuti a progredire sempre nell’amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza.
- Preghiera in silenzio, quindi il sacerdote:
Dio onnipotente ed eterno che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta benigno la preghiera della tua Chiesa, perché quello che un tempo fu il tuo popolo eletto possa giungere alla pienezza della redenzione".

Traduzione 1985:
(Giov.Paolo II)

Preghiamo per gli Ebrei: il Signore Dio Nostro che li scelse primi tra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell’amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza.
Dio onnipotente ed eterno,che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta la preghiera della tua Chiesa, perchè il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione.
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1. La Preghiera per gli ebrei del Venerdì Santo è di origine antichissima. Appartiene alle orationes sollemnes (pro haereticis et schismaticis, pro paganis, ecc.) la cui descrizione più antica è contenuta nei Capitula, un documento annesso alla lettera di Papa Celestino I ai Vescovi della Gallia, scritto tra il 435-442. In particolare nella preghiera pro Judaeis dice: “ut Judaeis, ablato cordis velamine, lux veritatis appareat”. La frase evidentemente richiama da un lato San Paolo (2 Cor. 3,12-16) e dall’altro la orazione che, attraverso Leone Magno e i libri liturgici romani altomedievali noti come Ordines, giunge fino alla forma del Messale romano del 1962. Dunque le fonti liturgiche che ci tramandano le orationes sollemnes risalgono alle tradizioni gelasiana, gregoriana e gallicana codificate nei Sacramentari e negli Ordines romani.
2. Ề probabile che l'intento di Benedetto XVI fosse quello di salvaguardare l'attuazione del Summorum Pontificum, proprio smussando gli spigoli delle reazioni sull'orazione per gli ebrei. In realtà si è prodotto un ibrido difficilmente digeribile. Mi risulta che la FSSP, nella Parrocchia Personale della Trinità dei Pellegrini a Roma, il Venerdì Santo usa il Messale antecedente le modifiche di Pio XII ma, paradossalmente, per questa orazione applica l'ordine speciale di Benedetto XVI e recita la formula del 2008. Il nostro sacerdote, usa il Messale del '62 e recita la formula del 2008.
3. L'atto dell’inginocchiarsi, già presente in tutte le altre orazioni solenni (pro haereticis et schismaticis, pro paganis, ecc.) è un'azione liturgica che era stata omessa solo per questa preghiera a partire dal IX secolo, quale sorta di reminiscenza (o ritorsione) per il fatto che gli Ebrei si erano inginocchiati per scherno davanti al martoriato Cristo "re dei Giudei". Fu reinserita da Pio XII.
4. Jacob Neusner, Disputa immaginaria tra un rabbino e Gesù. Piemme, 1996

41 commenti:

Josh ha detto...

Credo che uno (che son tanti) dei passaggi basilari sia questo:

"Ha spiegato che l'insegnamento attuale della Chiesa non richiede più la conversione degli ebrei (il che è tutto da dimostrare se si ricorre al Magistero). È vero che la conversione, compresi gli ebrei, lascia a desiderare, quando si proclama un dialogo senza confini... D'altra parte, ci si chiede come l'esistenza di un dialogo interreligioso vieterebbe qualsiasi conversione. Cristo riguarda tutti gli uomini. Ciò che è in gioco è l'universalità della redenzione e il rischio, paradossale, di una concezione sociologica del cattolicesimo che un relativismo del genere comporterebbe (la Chiesa Cattolica diventerebbe una comunità puramente sociologica nel panorama delle religioni mentre essa è anche il Corpo mistico di Cristo) ..."

_di fatto, e serenamente, e più in generale, come si può mai dire che: "l'insegnamento attuale della Chiesa non richiede più la conversione degli ebrei"?
L'insegnamento della Chiesa non dovrebbe essere, comunque e prima di tutto, la richiesta di conversione per tutti?
atei, professanti altra religione in genere, e quindi anche ebrei?
Il cristianesimo è convertirsi a Cristo.
Se un cristiano "vuol bene" all'uomo, gli augura di convertirsi a Cristo.
Come mai allora creare una sorta di salvacondotto per una categoria, come in questo caso?
Loro sono già a posto così, sono l'unico popolo a non avere bisogno di conversione?
davvero un religione strana quella modernista.
Ma si sta dicendo allora che gli ebrei San Paolo, san Pietro, san Giovanni e molti altri non dovevano dventare cristiani? la conversione shock di S. Paolo non doveva avvenire? Si sono sbajati: dovevano rimanere ebrei e non credere a Gesù Cristo.
Penso non manchi molto che si riscriverà anche la storia, più di quanto non sia già stato fatto.

Nicola L. ha detto...

già la lieve modifica di papa Giovanni era evitabile in quanto anni prima il Sant'Uffizio aveva stabilito che il termine latino "perfidus" doveva esser tradotto e considerato nell'accezione di "non fedele", "incredulità" mentre bisogna riconoscere che le traduzioni (almeno quelle italiane che conosco) usavano il termine "perfido" e "perfidia" nell'accezione di "cattivo" e "malvagio". e questa traduzione era effettivamente inaccettabile perché trasformava totalmente il significato originale. proprio per questo, se il chiarimento del Sant'Uffizio non bastava (ma la Congregazione dei Riti avrebbe dovuto imporre con la forza e anche velocemente la rettifica) si poteva sostituire il termine "perfidus" (equivocabile) con l'omonimo "incredulus"

Josh ha detto...

riprendo

"Ciò che è in gioco è l'universalità della redenzione e il rischio, paradossale, di una concezione sociologica del cattolicesimo che un relativismo del genere comporterebbe (la Chiesa Cattolica diventerebbe una comunità puramente sociologica nel panorama delle religioni mentre essa è anche il Corpo mistico di Cristo) ..."

anche sull'universalità della redenzione c'è molto in gioco, e tanto da dire. Con l'espressione intendiamo rettamente che Gesù è venuto per salvare ogni uomo (che lo voglia, e si converta a Lui). Infatti
Atti 4,12
"In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati."

E già qui vediamo che non ci sono "salvacondotti" per nessuno, se non si converte.

Ma oggi con universalità della redenzione si intende già altro: che Gesù si sarebbe "incarnato in ogni uomo" (Gaudium et Spes 22), e quindi sono già ttti salvati a priori.....specie alcuni; ma cfr. anche:
Benamozegh: “Se per il cristianesimo l’Incarnazione si compie in un solo uomo, per la Càbala l’incarnazione esiste nel fatto e pel fatto dell’intera creazione”;
allora cfr. “Gaudium et Spes” n.° 22 (del 1965): “per il fatto stesso che il Verbo si è incarnato, si è unito ad ogni uomo”, con i commenti di Giovanni Paolo II nelle sue encicliche “Redemptor hominis” (1979) e “Dominum et vivificantem” (1986). Nella prima scrive: “Con ognuno Cristo si è unito per sempre […]. Sin dal momento in cui viene concepito sotto il cuore di sua madre” (n.° 13); “ciascun uomo, senza eccezione alcuna, […] anche quando l’uomo è di ciò inconsapevole” (n.° 14). Nell’altra enciclica si legge: “L’Incarnazione […] significa assunzione di […] tutta l’umanità, di tutto il mondo visibile e materiale” (n.° 50); “il Verbo si è unito ad ogni carne o creatura, specialmente all’uomo. […] Dio è immanente al mondo e lo vivifica dal di dentro” (n.° 54).

E' da un po' che i giochi son fatti, se sappiamo leggere bene. La concezione sociologica e relativistica del cattolicesimo moderno c'è già. Aggiungiamo la teoria dei cristiani anonimi, dei vari già salvi (tante categorie ormai, eh), di "già salvati a priori" senza passare dalla conversione, è da tempo che non è rimasto molto.
Il corpo mistico lo saranno casomai quei credenti, magari in forma sparsa, che il Signore alla fine giudicherà tali. Ma per molti altri, a partire dai vertici, e da decenni, si tratta di puro sociologhese, ed è talmente vero che di solito predicano sociologia per questa vita ma non salvezza e vita eterna per l'altra vita, in cui non credono più.
Si parla infatti di populorum progressio, di evoluzione, di mondo più bello e giusto (mentre va a rotoli), che è sociologia, ma non si parla di conversione, santificazione, vita eterna.
Si parla di divenire, non si parla dell'Essere.

Josh ha detto...

Ancora, sulla concezione sviata odierna dell'universalità della redenzione:

per es. per Leone XIII il genere umano si divide (misticamente o spiritualmente) in due campi opposti e nemici.
«Sin dal momento del peccato d’Adamo…, il mondo si è diviso in due campi nemici, i quali non cessano di combattersi, l’uno per la verità e la virtù, l’altro per i loro contrari. L’uno, è la vera Chiesa di Gesù Cristo...l’altro, è il regno di Satana» («Humanum Genus», 1884).
C'è chi appartiene a Dio, e chi appartiene al mondo con i suoi meccanismi, che non si è mai rialzato dalla Caduta. Con "mondo" anche nei Vangeli s'intende un senso teologico.
Oggi invece si dice abitualmente che Gesù ha salvato il mondo. Tutto. Senza discrimine. Non si dice più che l'ha salvato in potenza, nel senso che è necessario che il singolo afferri questa salvezza con una scelta e una risposta anche personale.

C’è quindi da far attenzione a tutte le dichiarazioni ardite di stima per il mondo, di “aperture”, porte aperte, “apertura al mondo” perchè nel Nuovo Testamento, specie in San Paolo e in San Giovanni, in tutta la patristica e negli scritti di tutti i Santi, "mondo" ha un senso negativo, in quanto "regno del peccato", reca una traccia della caduta, è ancora irredento (finchè non si accoglie Cristo), è opposto, quindi, al "Regno di Dio";
non si tratta di anticaglie, ma di fatto lo “spirito del mondo” è in contrasto con lo “Spirito di Dio”; gli “elementi del mondo” sono come potenze che tengono l’uomo nel retaggio del peccato.
Infatti, dal momento che i sacri testi dicono che il demonio è il "principe di questo mondo", il Regno di Gesù Cristo non può essere di questo mondo: e anzi Gesù è odiato da questo "mondo". Di conseguenza, come Gesù, anche il cristiano non è di questo mondo, perché in lui abita lo spirito di verità che il mondo non può ricevere.
Per questo, nella sua I Lettera, San Giovanni evangelista dice:
«Scrivo a voi, figlioli... Non amate il mondo né le cose del mondo. Se uno ama il mondo, non è in lui l’amore del Padre; perché tutte le cose del mondo, la concupiscenza della carne, degli occhi e il fasto della vita, non provengono dal Padre, ma dal mondo. Passa il mondo e anche la concupiscenza di lui; ma chi fa la Volontà di Dio, dura in eterno!»

E San Paolo: «Per me non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo, per la quale il mondo è stato crocifisso per me, come io per il mondo»
La parola “mondo” nel NT, è un termine propriamente teologico:
«Abbiate fede, Io ho vinto il mondo!» «Tutto quello che è generato da Dio vince
il mondo; e l’arma invitta che ha vinto il mondo è questa: la nostra Fede»
Fede soprannaturale, s’intende! Chi non l’ha, “ama il mondo” e ne è riamato!

E Gesù, questo distacco dal mondo lo ribadisce anche nella Sua preghiera al Padre per gli Apostoli: «Ho comunicato ad essi la Tua Parola e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come Io non sono del mondo»

Il sociologhese attuale ha invece talmente tanta stima per tutto il mondo, che nessuno si deve più convertire.

mic ha detto...

Grazie Josh,
importante la tua sottolineatura così ben sviluppata. Nelle "note" successive all'articolo viene indicata, pur se non articolata, in relazione ad una risposta del card. Koch al rabbino Di Segni. E dunque ci voleva il tuo approfondimento.
Il problema è che, oggi, molti che leggono la risposta di Koch che viene citata - apparentemente ortodossa ma in realtà monca se non sviante con quel "tutti gli uomini" - non riescono a cogliere questa 'distorsione' che anche Pasqualucci ha approfondito nella sua trattazione pubblicata alcuni giorni fa e già trattata in altri articoli.
Ma le riflessioni qui su e i riferimenti scritturistici sono già così cristalline ed evidenti da chiarire in termini essenziali il focus del problema, che con gli ebrei prende l'aspetto della "dottrina delle salvezze parallele" mentre, con le altre religioni, sposa il globalismo mondialista di una nuova Religione Mondiale, che espelle Cristo Signore e la Redenzione da Lui operata a così caro prezzo!

Josh ha detto...

Purtroppo è tutto vero, Maria.
Aggiungo solo, sulle Alleanze e ipotetiche salvezze parallele, ho visto ci sono varie citazioni buone ed esaustive.
Chi volesse di più, si prenda l'Epistola agli Ebrei e si legga bene tutto, ma specie i capp. 8 e 9.

dal cap. 9 estraggo (dopo aver fatto paragone con la Vecchia Alleanza, è sottolineato il Nuovo che Gesù e solo Lui può operare):

Ebr. 9, 11 "Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, 12 non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna.

13 Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, 14 quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente?

15 Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che è stata promessa.

16 Dove infatti c'è un testamento, è necessario che sia accertata la morte del testatore, 17 perché un testamento ha valore solo dopo la morte e rimane senza effetto finché il testatore vive. 18 Per questo neanche la prima alleanza fu inaugurata senza sangue. 19 Infatti dopo che tutti i comandamenti furono promulgati a tutto il popolo da Mosè, secondo la legge, questi, preso il sangue dei vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e issòpo, ne asperse il libro stesso e tutto il popolo, 20 dicendo: Questo è il sangue dell'alleanza che Dio ha stabilito per voi. 21 Alla stessa maniera asperse con il sangue anche la Tenda e tutti gli arredi del culto. 22 Secondo la legge, infatti, quasi tutte le cose vengono purificate con il sangue e senza spargimento di sangue non esiste perdono.
23 Era dunque necessario che i simboli delle realtà celesti fossero purificati con tali mezzi; le realtà celesti poi dovevano esserlo con sacrifici superiori a questi.

24 Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore, 25 e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui.

26 In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. 27 E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, 28 così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza."

davvero lì si parla di 2 Alleanze parallele, e che la Nuova non ha soppiantato l'Antica??
ma ce lo facciamo dire da S. Paolo di seguito ancora meglio.

Marco P. ha detto...

Alcune domande:

a) Non consta che in Inghilterra vi sia una diffusione capillare o almeno uniforme e continua della cosiddetta “forma straordinaria”, quindi perché oltremanica i capi delle diocesi pensano di dover affrontare un problema che, numericamente, non è prioritario ? infatti con l’introduzione della collegialità nella neo-chiesa uno dei discrimine fondamentali è il numero: ciò che la maggioranza chiede deve essere messo in opera in quanto sicuramente voluto dallo spirito (n.b. tutto minuscolo). Infatti si chiamano a supporto della propria richiesta anche i tedeschi, appunto per “far massa, numero”.

b) Se, come dicono i postulanti, la richiesta nasce “alla luce della comprensione della N.A.”, ciò è dimostrativo che N.A. insegna altro che ciò che la Tradizione e la Chiesa insegnano.

c) Quanto asserito dal sig. Kevin McDonald e cioè che l’insegnamento della chiesa attuale non richiede più la conversione degli ebrei è altresì dimostrativo che la neo-chiesa attuale non insegna ciò che la Chiesa Cattolica insegna sulla base della Sacra Scrittura e dalla Sacra Tradizione e quindi sulla base di quella che è la Rivelazione. Tale divergenza è confermata anche da Bagnasco, nella sua dichiarazione “atteggiamento che la Chiesa Cattolica ha sviluppato verso gli Ebrei, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II. A tale riguardo la Conferenza Episcopale Italiana ribadisce che non è intenzione della Chiesa Cattolica operare attivamente per la conversione degli ebrei”... “E’ una palese ammissione di rinunciare alla missione ricevuta da Nostro Signore che comandò di predicare il S. Vangelo ad ogni creatura, ivi compresi gli ebrei, anzi direi proprio cominciando da loro, visto che Lui fece così. E’ anche una palese ammissione e dimostrazione che il Vaticano II intende muoversi oltre l’insegnamento costante (quod sempre, ubique ab omnibus) di Santa Madre Chiesa.

Sarebbe già sufficiente quanto sopra, però si può proseguire:

d) Perché se la preghiera veniva letta in latino, a suo tempo si decise di espungere dalla stessa il lemma “perfidis” ? E’ vero che nelle traduzione in lingua italiana (non so le altre) questo veniva reso con “perfidi”, ma si poteva benissimo cambiare la traduzione imprecisa, piuttosto che l’originale corretto. Anche perché in questo modo la preghiera è indebolita e soprattutto è potenzialmente indebolita la Fede degli oranti a cui non viene più insegnato che i guidei sono infedeli, quindi tutto ciò va nella direzione poi sfociata con le visite alle sinagoghe etc etc.

e) Perché si blatera di libertà religiosa (libertà rivoluzionaria ) ad ogni piè sospinto, e poi i giudei possono permettersi di sindacare sulle preghiere cattoliche, esigendone il cambiamento (ed ottenendolo, da autorità prive di spina dorsale, per non voler pensar male) mentre se i cattolici facessero lo stesso con le loro (“e periscano in un istante i nazareni” ; “Per i calunniatori e gli eretici non vi sia speranza”) sarebbero ipso facto addittati come intolleranti, costretti a chiedere scusa, anzi perdono etc etc. ?

Come ben conclude Maria il suo argomentato scritto, non si tratta di imporre nulla, perché Dio non impone, Egli propone lasciando l’uomo libero, così la sua Alleanza non è soggiogante ma liberante, se la si accoglie, ma occorre appunto fidarsi, avere Fede in Colui che promette in quanto Egli è Verace. Se non si tratta di imporre questo è però non a senso unico: la Chiesa non può accettare che le venga imposto di non predicare il S. Vangelo.

Josh ha detto...

cfr Ebr. 8

Ebrei 8

"Superiorità del Nuovo sull'Antico Patto. Cristo nostro celeste Sommo Sacerdote e mediatore del Nuovo Patto"

1 Ora, il punto capitale delle cose che stiamo dicendo, è questo: che abbiamo un tal Sommo Sacerdote, che si è posto a sedere alla destra del trono della Maestà nei cieli, 2 ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore, e non un uomo, ha eretto. 3 Poiché ogni sommo sacerdote è costituito per offrir doni e sacrificî; ond'è necessario che anche questo Sommo Sacerdote abbia qualcosa da offrire. 4 Or, se fosse sulla terra, egli non sarebbe neppur sacerdote, perché ci son quelli che offrono i doni secondo la legge, 5 i quali ministrano in quel che è figura e ombra delle cose celesti, secondo che fu detto da Dio a Mosè quando questi stava per costruire il tabernacolo: Guarda, Egli disse, di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte. 6 Ma ora egli ha ottenuto un ministerio di tanto più eccellente, ch'egli è mediatore d'un patto anch'esso migliore, fondato su migliori promesse.
7 Poiché se quel primo patto fosse stato senza difetto, non si sarebbe cercato luogo per un secondo. 8 Difatti, Iddio, biasimando il popolo, dice: Ecco i giorni vengono, dice il Signore, che io concluderò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda, un patto nuovo; 9 non un patto come quello che feci coi loro padri nel giorno che li presi per la mano per trarli fuori dal paese d'Egitto; perché essi non han perseverato nel mio patto, ed io alla mia volta non mi son curato di loro, dice il Signore.
10 E questo è il patto che farò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Io porrò le mie leggi nelle loro menti, e le scriverò sui loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. 11 E non istruiranno più ciascuno il proprio concittadino e ciascuno il proprio fratello, dicendo: Conosci il Signore! Perché tutti mi conosceranno, dal minore al maggiore di loro, 12 poiché avrò misericordia delle loro iniquità, e non mi ricorderò più dei loro peccati.

13 Dicendo: Un nuovo patto, Egli ha dichiarato antico il primo. Ora, quel che diventa antico e invecchia è vicino a sparire."

E le "parallele" sono finite allora e lì.

RAOUL DE GERRX ha detto...

Il n'y a désormais plus un aspect, doctrinal, moral, pastoral — pas un ! —, de la doctrine catholique que ces évêques modernistes, qu'ils soient anglais, allemands, français, espagnols, etc., etc., ne soient prêts à tripatouiller.

Quelle valeur ont ces tripatouillages ? Zéro. Absolument zéro.

L'objectif est de déconstruire, pièce par pièce, le catholicisme. On est même en droit de penser, aujourd'hui, que ces "évêques" n'ont été nommés que pour cela, à l'image de leur chef, Bergoglio le Miséricordieux, le Puissant, le Sage, et premier serviteur de la Synagogue et de la Mosquée réunies. En fait, le Grand Rabbin et le Grand Mufti, c'est lui…

Anonimo ha detto...


@ Il "perfidus" e la non-conversione degli ebrei.

La traduzione di perfidus con "infedele" mi sembra una soluzione da eruditi per addolcire il riferimento agli ebrei. Filologicamente, non so quanto sia valida. Nel Georges-Calonghi, alla voce perfidus (per + fides), si trova solo: perfido, sleale, traditore, falso; infido, mal sicuro, ingannatore. E' riferito sia a persone che a cose: "amicus perfidus" (Cic.); "non ego perfidum [falso] dixi sacramentum (Oraz.): "non ho giurato il falso". Questo e' dunque il significato del termine nel latino classico.
Da dove viene il senso che gli ha voluto (ma solo di recente) attribuire la Chiesa? Mi sembra sbagliato ricorrere ad una filologia piu' o meno immaginaria o comunque non sicura. Due considerazioni, allora:
a. Non fu "perfido" il comportamento di Caifa e dei suoi complici, i quali fabbricarono accuse false per far condannare Gesu' e poi ricattarono Pilato, che lo voleva assolvere, minacciando di denunciarlo all'imperatore perche' liberava uno che (a loro dire) si era dichiarato ribelle a Cesare? Il processo a Gesu' era inoltre illegale perche' avvenuto di notte, contro i regolamenti.
b. Attribuire la perfidia della maggioranza del Sinedrio di allora a tutti gli ebrei indiscriminatamente non sarebbe giusto e potrebbe favorire l'antisemitismo. Il termine si poteva appunto sostituire con uno come "increduli": pregare per gli "ebrei increduli", si sa in che cosa increduli. Gesu' non disse che gli ebrei increduli nel Giorno del Giudizio sarebbero stati trattati piu' duramente degli abitanti di Sodoma e Gomorra? L'incredulita' degli ebrei nei confronti di Cristo e' indubbiamente piu' grave di quella di appartenenti ad altre religioni.
Bene ha fatto Mic a ricordare le acrobazie dialettiche con le quali Papa Ratzinger ha tentato di giustificare le sue aperture alla teoria assurda della salvezza parallela, come se fosse ancora valida l'attesa ebraica del Messia (visto ora dai rabbini nel popolo ebraico in quanto tale). Se e' ancora valida, allora non lo e' piu' la nostra e il cristianesimo e' stato un colossale errore. Tertium non datur. Dalla Lettera ai Romani si evince che, in nome delle promesse fatte ai Padri, L'Onnipotente non ha maledetto tutti gli ebrei per via del deicidio organizzato da Caifa, concedendo anzi loro di convertirsi in massa a Cristo alla fine dei tempi, quando si "saranno compiuti i tempi dei Gentili". Si tratta di divina misericordia, grazie al Sacrificio della Croce, non di mantenimento della Antica Alleanza, finita anche simbolicamente quando il velo del Tempio si squarcio' in due alla Crocifissione.
La Gerarchia attuale fa un pessimo servizio agli ebrei e a tutti i non cristiani, rifiutando di fare il suo dovere verso di essi, ossia di tentare di convertirli a Cristo (certo non con la forza, che non e' mai stato il metodo della Chiesa). parvus

mic ha detto...

Grazie anche a Marco P. e parvus e ancora a Josh.
Ottimi efficaci approfondimenti. Condivido anche le virgole!
Dovrebbe essere questo il modo di approfondire efficacemente, nella discussione, ogni contenuto proposto.

Anonimo ha detto...

Premetto che non sono un fedele che va a Messa in V.O. (diciamo per ignavia).
Mi chiedo... il V.O. non era una cosa per pelagiani spostati e fissati di pizzi, merletti, pianete.? Che cos'è tutto questo interesse tale da chiedere di modificare una preghiera che i gerarchi nemmeno conoscono (e se ne vantano)? Nuove periferie esistenziali?

mic ha detto...

Anonimo 12:45,
in realtà il testo che si vorrebbe modificare è quello, già "bipartisan", voluto da Benedetto XVI nel 2008. Sembra che, nonostante tutte le attenuazioni, turbi i 'fratelli maggiori' solo perché chiama in causa la conversione. Dunque i vescovi inglesi (e non solo loro) continuano a prostrarsi.
Sorvolando sulle condiderazioni sulle 'variazioni' riguardanti le verità di fede, vorrei vedere se qualcuno osasse criticare la maledizione dei cristiani del talmud o altro che riguardasse il loro culto....

Anonimo ha detto...

Ha ragione fr.Hunwicke, tutto tende a cancellare qualsiasi atto voluto dal papa precedente, sconfessare i MP, cancellare con bizantinismi sue direttive personali chirografe, mettiamoci pure picche e ripicche di sedicenti teologi rivoluzionari o protestantoidi, che adesso pontificano come e più del papa, mentre il vdr va in giro a propalare algoriane, apodittiche scemenze e tutti pendono dalle sue labbra, anche se ormai sembra GP2, quando quasi non riusciva più a parlare, a proposito, la piccola vedetta Lombardi sta per lasciare il suo ufficio di portavoce, probabili successori? Tutto in famiglia, Spadaro o El tucho, QED, tanto per capire l'aria che tira. Lupus et Agnus.

Marco P. ha detto...

Anonimo 12.45,
la esorto vivamente a trovare un centro dove venga celebrata la S. Messa cosiddetta tridentina e ad andarvi con regolarità, ne trarrà benefici e giovamento neanche immaginabili o spiegabili, si fidi.
Questo lo dico in quanto l'ho sperimentato su me stesso.

berni/exodus ha detto...

In un comune del milanese (Rozzano) di circa 40.000 abitanti, il consiglio d'istituto ha chiesto l'abolizione delle feste natalizie sostituendole con una festa dell'inverno verso metà gennaio. (la stessa scuola aveva in precedenza tolto i Crocefissi dalle pareti delle aule che li avevano). Il dirigente scolastico non sà dire altro che: lo facciamo per non offendere i bambini e le loro famiglie islamiche.
Dunque la nazione cattolica italiana e l'europa dalle radici cristiane (scusate ma non me la sento di mettere le lettere maiuscole) dove sono finiti? visto che i cattolici inglesi chiedono di cambiare ancora come dite nell'articolo? Ma Bergoglio e tutti i suoi fedeli lacchè, che gridano ogni qualvolta si tocca qualcosa dell'uomo materialista come mai fanno finta di non sentire e non vedere? (infatti non dicono una parola).
Vedete tutto quello che succede, non fà altro che chiedere a Dio di fare ciò che ha fatto con Sodoma e Gomorra - infatti cosa cambia tra questa società scristianizzata e che adora solo gli idoli dell'ateismo, e le città che erano senza neppure 10 persone da poter salvare dal fuoco dell'Eterno?
Arriverà il giorno che dovremo rimpiangere la difesa della Chiesa di Roma da parte dei Papi del medioevo che usavano gli eserciti stranieri per combattere e allontanare da Roma i nemici di Dio che volevano invadere l'Europa Cristiana dai sultanati e dagli eretici che bruciavano sui roghi. Guardate come siamo ridotti ora; credete che con quei tempi e quei Papi ora sarremmo in queste condizioni? Non metto in dubbio che esistevano cose anche peggiori, ma la Chiesa e la fede erano al primo posto ed erano in auge.
SI, SI, dobbiamo rimpiangere proprio quei tempi, e quei Papi.
Oggi chiunque alza la voce verso la chiesa di cambiare, la chiesa obbedisce alle richieste ed annullando 2000 anni di Cristianità e Cattolicità.
In fondo sul Trono di Pietro non c'è più mica PIO XII, che non aveva paura di nessuno; ora c'è chi telefona a Scalfari, Bonino, Pannella, Odifreddi, ecc. ecc. e si mette sul petto Cristo crocifisso su falce e martello: ecc. ecc.
Ci meravigliamo che stiamo abbedendo agli ebrei, ai massoni, ai protestanti, ai mussulmani.... e quanti altri ne devo dire.
Credo di essere in linea coll'articolo.

berni/exodus ha detto...

Gentile Dr.ssa Maria, sarebbe il caso dare uno sguardo all'art. di Don Mauro Tranquillo (della FSSPX) ""Le due Ecclesiolegie....."" su -Intuajustitia-
E' un pezzo che dovremmo non perderci, in quanto non tutti i giorni possiamo leggere trattati di questo genere, e capire perchè siamo e dobbiamo fortemente rimanere Cristiani/Cattolici e Apostolici Romani. (attaccati alla tradizione immutabile).

Anonimo ha detto...

Comunque lei, stimata dottoressa, continua a non essere logica.....riguardo alla pubblicazione dei commenti. ....mi riferisco al commento sui perfidi.....lei è chiaramente politicamente corretta, una pavida, in altre parole. Forse teme la reazione dei perfidi? Dieci (numero simbolico ad abundantiam) pesi, dieci misure.Con osservanza.

Anonimo ha detto...


@ Perche' questo attacco della CE inglese e gallese alla Messa OV?

Figura eminente della Conf. Episc. e' il cardinale Nichols, presente al Sinodo dell'ottobre scorso. Le sue prese di posizione omofile sono ben conosciute. Dopo il Sinodo provvisorio dell'anno scorso disse alla BBC che il documento finale del Sinodo "non aveva fatto abbastanza per esprimere rispetto, accoglienza, apprezzamento" nei confronti degli omosessuali. Il cardinale ha appoggiato le "Messe per i gay" organizzate per gli omosessuali dal gruppo attivista gay "the Soho Masses Pastoral Council", che si tenevano nel quartiere di Soho a Londra. L'allora cardinale Ratzinger cerco' di ostacolare questo scandaloso impegno del cardinale.
Le "Messe di Soho", come erano chiamate, furono autorizzate dal card. Murphy-O'Connor e fondate nei fatti da un ex-prete omosessuale convivente con un "compagno", tale Martin Pendergast. Costui dichiaro' che "in certe chiese cattoliche si benedicevano le partnerships omosessuali, che venivano poi "celebrate" nelle Messe a Soho". In questa chiesa di Soho, Our Lady of the Assumption and St Gregory, sempre secondo il Pendergast "se la cosa viene richiesta, noi preghiamo per persone che vivono in una partnership civile o che ne celebrano l'anniversario". Nichols ha abolito le "Soho Masses" e ristabilito la cura pastorale delle persone omosessuali in un'altra parrocchia, la chiesa di Farm Str., dei Gesuiti. Ma tale "pastorale" sembra affidata a un gruppo chiamato "LGBT Catholics Westminster", che continua impunemente nella sua propaganda. Del resto il suddetto Nichols, il 10 maggio 2015, ha distribuito personalmente la comunione a una lunga fila di gay, lesbiche e trans, molti dei quali notoriamente conviventi in varie forme. (Fonte: "Catholic Voice", 20.9. 2015, pp. 10-11).
Come sorprendersi dell'ostilita' di quelli come il card. Nichols verso la vera Messa cattolica? E dell'avanzata dell'islam, per la punizione dei nostri peccati, innanzitutto per quelli una Gerarchia ridotta in queste condizioni? SCOTUS

RAOUL DE GERRX ha detto...

OT. Sous le titre “Les Aigles (déplumés) de la mort aiment le diable !”, la tragédie du vendredi 13, à Paris, a inspiré à un prêtre officiant à Lyon, le père Hervé Benoît, une remarquable méditation qu’il a publiée, huit jours plus tard, sur le blog “Riposte catholique” :
Il y disait notamment :

« Qu’avons-nous vu ? Il est 21 h, ce funeste vendredi 13, au Bataclan. Devant 1 500 personnes en transe, serrées et échauffées comme dans une matrice, les “Aigles de la Mort Métal” — Eagles of Death Metal en v.o. — entonnent : “Qui va aimer le diable ? Qui va aimer sa chanson ? Qui va aimer le diable et sa chanson ?…”. Personne, et pour cause, n’entendra la conclusion : “… j’aimerai le diable et sa chanson !” ».

Et il ajoutait :

« Et cette phrase de l’Évangile selon saint Luc, proclamée le matin même à la messe : « Où sera le corps, là aussi se rassembleront les aigles » (trad. Crampon, 17, 37). D’autres traduisent « vautours », mais c’est la même chose : les rapaces qui se repaissent des morts. Voilà des signes ! Je les vois multipliés, sur les tee-shirts, sur les tatouages, sur les pochettes de disques : « mort… diable… », et les ingrédients qui vont avec : violence… sexe… défonce… jouissance… vacarme…, codes partagés de la culture de masse.
« Qu’on ne me dise pas, avec des pudeurs de chaisières, que ce n’est pas du “métal”. Enfumage ! Ne me dites pas non plus que ce ne sont que des mots. Que c’est pour rire. À force de ne rien prendre au sérieux, tout fini par devenir tragique. Si vous élevez des pitbulls vicieux et pervers, parce qu’ils sont utiles pour faire peur aux voisins, ne vous étonnez pas si, un jour, ils sautent à la gorge de vos enfants. Vous invoquez le diable en rigolant ? Lui vous prendre au sérieux. Un exorciste extraordinaire me le disait le jour même des attentats : “Si vous lui ouvrez la porte, il se fait une joie d’entrer.” On ne joue pas avec les icônes, elles véhiculent le sacré… »

RAOUL DE GERRX ha detto...

« Je vais allez plus loin — ajoutait le père Benoît. Tant pis pour les lecteurs sensibles. Regardez les photos des spectateurs quelques instants avant le drame. Ces pauvres enfants de la génération bobo [= bourgeois bohême], en transe extatique, « jeunes, festifs, ouverts, cosmopolites… » comme dit le “quotidien de révérence” [“Le Monde”]. Mais ce sont des morts-vivants ! Leurs assassins, ces zombis-haschishin, sont leurs frères siamois. Mais comment ne pas le voir ? C’est tellement évident ! Même déracinement, même amnésie, même infantilisme, même inculture… Les uns se gavaient de valeurs chrétiennes devenues folles : tolérance, relativisme, universalisme, hédonisme… Les autres, de valeurs musulmanes devenues encore plus folles au contact de la modernité : intolérance, dogmatisme, cosmopolitisme de la haine… Les uns portent le maillot du PSG — « Fly Emirates » en effaçant le berceau de Louis XIV, et les autres profitent du même argent pour se faire offrir un costume en bombes. Une minute avant leur mort, les uns et les autres étaient penchés sur leurs smartphones, comme accrochés au sein de leur nourrice. Ce n’est pas le retour du Moyen Âge, contrairement à ce que disent les crétins, c’est la postmodernité dans toute son absurdité. Le drame de l’humanisme athée, qui aime le diable, la mort, la violence, et qui le dit… et qui en meurt ! Le signe de la mort et du chaos ne flotte pas que sur les rues de Paris, un vendredi soir maudit. 130 morts, c’est affreux ! Et 600 morts, c’est quoi ? C’est le chiffre des avortements en France le même jour (Ministère de la Santé – merci Orwell !). Où est l’horreur, la vraie ? »

Ces propos ont été jugés scandaleux (!) par le cardinal Barbarin, archevêque de Lyon, qui, ce matin, 27 novembre, a publié le communiqué suivant : “Après avoir pris le temps de le rencontrer et de l'écouter, j'ai décidé, en accord avec son évêque Mgr Armand Maillard, de le relever de ses différentes charges pastorales dans le diocèse de Lyon. Je demande au père Benoît de se retirer immédiatement dans une abbaye pour prendre un temps de prière et de réflexion ».

Un homme de Dieu, un saint des anciens âges, un vrai disciple du Curé d’Ars, ce Barbarin, pour qui le diable (comme d’ailleurs pour la plupart de ses confrères) n’est plus qu’une métaphore, un motif à chanson, et qui ignore ou ne veut pas voir que certains spectacles — comme celui de l’autre soir au “Bataclan” — ne sont rien d’autre que des liturgies démoniaques…

http://www.riposte-catholique.fr/riposte-catholique-blog/tribune/les-aigles-deplumes-de-la-mort-aiment-le-diable

http://www.lepoint.fr/societe/a-lyon-le-cardinal-barbarin-releve-le-pere-benoit-de-ses-fonctions-27-11-2015-1985247_23.php#r_

Anonimo ha detto...


@ Per difendere Roma, i Papi hanno usato anche eserciti locali e nazionali

Nel'alto medioevo comandavano a volte personalmente le flotte che combattevano contro i Saraceni. La battaglia di Ostia, nella quale una grande flotta di invasione musulmana fu distrutta, venne combattuta da una flotta italiana organizzata dal Papa (849, se la memoria non mi falla). Piu' tardi la distruzione del campo trincerato del Garigliano, dal quale i Saraceni taglieggiavano spietatamente mezza Italia, fu di nuovo organizzata dal Papa, con truppe quasi tutte italiane. Dopo la costituzione dell'impero in Occidente, il Papa si appellava a volte ad eserciti stranieri (dell'imperatore) e a volte alle forze locali-nazionali, a seconda. Oggi il Papa possiede un micro-Stato, solo amministrativo. Ma questo cambia poco le cose. Se volesse, il Papa potrebbe di nuovo appellarsi alle forze cattoliche nazionali (oltre che a quelle di tutto il mondo) per combattere il nemico interno e quello esterno. Pero' non vuole, lo sappiamo bene. Non si tratta tanto di mancanza dello Stato quanto di mancanza di volonta', derivante da perdita della fede. Questo e' il dramma. Historicus

conoscere per capire ha detto...

Alla redazione:

Se possibile volevo conoscere i motivi per cui il mio commento di stamani è stato censurato.Grazie.

Non dica la redazione che non era a tema, poichè quello che proponevo (sotto il profilo storico) non andava affatto disgiunto da ciò che è trattato in questo articolo.

Anonimo ha detto...

@Marco P. nella mia diocesi c'è una sola celebrazione Summ. Pont. (o c'era, non so come sia andata a finire, non sono in contatto con il gruppo stabile) e la FSSPX celebra una volta al mese.

Sono stato catechizzato nel N.O. ma col passare del tempo mi rendo conto che date le cose che non so o non sono capace di comprendere quel tanto che basta per accettarle forse non sono nemmeno tanto cattolico; inoltre ho una crescente sfiducia nel clero, almeno quello che conosco, che mi sembra pesantemente divisivo ("fa' quello che dico io, non fare quello che faccio io" è solo parte del problema, mi taccio per non scandalizzare chi mi legge) e i cui membri sembrano essere contenti che chi rimanga o ne entri a far parte lo faccia più per la sicurezza della posizione che per altro. Inutile dire che la porzione di clero cui mi riferisco è pro carismatici.

Parlo indifferentemente di preti secolari e religiosi

mic ha detto...

continua a non essere logica.....riguardo alla pubblicazione dei commenti. ....mi riferisco al commento sui perfidi.....lei è chiaramente politicamente corretta, una pavida, in altre parole. Forse teme la reazione dei perfidi? Dieci (numero simbolico ad abundantiam) pesi, dieci misure.Con osservanza.

Cari Anonimi reclamanti,
vi dico solo che est modus in rebus. E questo risponde alla domanda 15:48

All'Anonimo quotato rispondo
1. sui "perfidi" si legga quanto pubblicato di parvus alle ore 11:03 e giudichi lei se è tenero nei confronti dei destinatari o non piuttosto obiettivo e motivato
2. crede proprio che se temessi i "perfidi" avrei pubblicato questo articolo, che mi pare parli molto chiaro dal punto di vista teologico, e molti altri?

Josh ha detto...

all'anonimo che distribuisce patenti di pavidità in giro, quando un tema teologico è stato sviscerato con onestà e senza ideologia, perchè non inizia col firmarsi?

mic ha detto...

“Si vous lui ouvrez la porte, il se fait une joie d’entrer.” On ne joue pas avec les icônes, elles véhiculent le sacré… »

Una terribile coincidenza. Padre Hervé Benoît conclude con un monito sacrosanto, che invita alla vigilanza e mostra anche, purtroppo, quanto sia degenerata, dal punto di vista spirituale, la società del nostro tempo.

RR ha detto...

Purtroppo la notizia postata da Mic non mi meraviglia, conoscendo "la buona società inglese", per appartenere alla quale quei vescovi cattolici (a partire dalla Nicolina) darebbero tutto, a cominciare dall'anima.
La cosa divertente è che, come al solito, sono in ritardo di almeno alcuni anni, nel senso che, anche se ancora rari, intellettuali, universitari, giornalisti, politici inglesi sempre più spesso non hanno paura di dire la verità e chiamare le cose col proprio nome, cioè usano il "perfidis" in varie situazioni "saeculi", proprio nelle accezioni che il lettore sopra riportava, termine latino che in Inglese si può tradursi con "swindler" (cfr). Soprattutto nelle ultime settimane, in seguito all'immigrazione massiccia in Europa ed ai noi fatti di Parigi, qualcuno ha cominciato a connettere i "dots" e ad evidenziare le prese di posizione pro immigrazione ed anti-inglesi "de souche", che alti esponenti "perfidorum" hanno mostrato.E a ragionare appunto sulla loro "duplicity".

Grazie a Raoul di aver postato il testo di P.Hervé, ASSOLUTAMENTE PERFETTO sotto tutti i punti di vista. E' di una logica stringente, tomista, direi. Oltre che, ovviamente, totalmente ortodosso. Chiaro che quella caricatura di vescovo, probabilmente "grembiulato", lo avrebbe punito. Del resto è il primate di quella francia (volutamente minuscolo) che non solo ha rinnegato il suo battesimo, ma anche tutta la sua storia filosofica e culturale in senso lato, inclusa quella laica. perchè se la Modernità comincia col "cogito, ergo sum", qui di "cogito"non ne è rimasto nulla. Si vive, si lavora, si ragiona sul sentimento, sulla sensazione. Di intelletto, in giro, ZERO.
Ecco, di fronte all'imposizione di Barbarin, mi verrebbe tanto voglia di scrivergli, al Padre: "Reverendo, li mandi tutti a...Se ne vada all'FSSPX, che l' accoglieranno a braccia aperte, e potrà continuare ad esercitare proficuamente il suo ministero".
Ah, by the way, ma in francia la libertà di parola non esiste più ?

RR

Anonimo ha detto...

In Francia non esiste più libertà di esistere senza terrore, news di ora, sparatoria a colpi di kalashnikov in un ristorante del X arrondissement, molti morti, e siamo solo all'inizio.no comment

Anonimo ha detto...


@ Il coraggio del Padre Herve' e la necessita' di esser sempre preparati alla morte

Onore a P. Herve', un vero sacerdote. Come dicono i francesi: il a du cran, ha fegato e l'ha dimostrato. Erano tutti li' gli spettatori a celebrare il culto di Satana, per chiamare le cose con il loro nome, in una delle forme oggi piu' diffuse e Satana, stoltamente invocato, si e' presentato di colpo alla sua maniera. Quanti di quei poveretti che sono morti, ammazzati in quel modo dai sicari di Allah (che poi e' sempre Satana), erano preparati alla morte, pronti per presentarsi di fronte al Supremo Giudice? Probabilmente, nessuno lo era, dato lo stile di vita cosiddetto "disinibito" della gran parte della gente di oggi.
Ma c'e' qualche prete che vede le cose in questo modo, oggi, l'unico veramente cattolico? Non c'e', sono tutti dei "barbarin". Ricordiamo allora noi laici "la necessita' della penitenza" per non andare in perdizione al momento della morte, che oggi come non mai puo' giungere improvvisa:

"In quel medesimo tempo si presentarono a Lui alcuni per riferirgli di quanto era accaduto a certi Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato coi loro sacrifici [aveva quasi sicuramente passato a fil di spada i seguaci di un falso profeta, promotori di disordini]. Ed Egli rispose loro, dicendo:
"Credete voi che questi Galilei siano stati piu' peccatori di tutti gli altri Galilei, perche' hanno sofferto in quel modo? No, io vi dico, ma se non fate penitenza voi perirete tutti allo stesso modo. Oppure, credete voi che quelle diciotto persone sulle quali cadde la torre di Siloe e le uccise, fossero piu' colpevoli di tutti gli altri abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non fate penitenza, perirete tutti allo stesso modo" (Luca 13, 1-5).
"Perirete tutti allo stesso modo": andrete tutti all'eterna dannazione se non "fate penitenza", se non improntate la vostra vita alla penitenza e alla conversione, al Timor di Dio e dei suoi Comandamenti. parvus

Cesare Baronio ha detto...

Il Malleus Catholicorum: http://opportuneimportune.blogspot.com/2015/11/il-malleus-catholicorum-di-bergoglio.html

Silente ha detto...

Scrive Parvus alle 11:03: "La traduzione di perfidus con "infedele" mi sembra una soluzione da eruditi per addolcire il riferimento agli ebrei. Filologicamente, non so quanto sia valida. Nel Georges-Calonghi, alla voce perfidus (per + fides), si trova solo: perfido, sleale, traditore, falso; infido, mal sicuro, ingannatore. E' riferito sia a persone che a cose: "amicus perfidus" (Cic.); "non ego perfidum [falso] dixi sacramentum (Oraz.): "non ho giurato il falso". Questo e' dunque il significato del termine nel latino classico."
Ha perfettamente ragione. Anche l'usatissimo (almeno nei Licei Classici) D'Arbela, Annaratone, Cammelli, così traduce perfidus: "Perfido, sleale, falso, infido, malsicuro, ingannevole, pericoloso". Non vi sono altre traduzioni. Non si può confondere l'etimologia dell'aggettivo con il suo significato corrente in epoca classica e anche tardo latina. Quindi la traduzione, nei messali dell'epoca, di perfidus con "perfido" è correttissima. Ed erano, e sono, in mala fede le acrobazie filologiche di chi vuole gabellare, con collusivo giustificazionismo di un antitradizionale filo-giudaismo della Chiesa post-conciliare, perfidus con "senza fede, incredulo".
Quando, per millenni, la Chiesa ha usato perfidus, intendeva proprio "perfido", et pour cause.

Rr ha detto...

Silente,
visto che sei anche tu milanese, scorri sui quotidiani locali la notizia sulla scuola di Rozzano e...
Rr

Misericordia! ha detto...

http://www.zenit.org/it/articles/cantalamessa-al-sinodo-anglicano-stiamo-affrontando-un-mondo-post-cristiano

Anonimo ha detto...


@ Silente

Perfidus non si puo' evidentemente tradurre con "incredulo". Almeno nel latino classico. Aveva acquistato tale sfumatura nel latino medievale o in quello ecclesiastico? La cosa e' dubbia. Si puo' tuttavia sostituire il termine con "giudei increduli" senza (credo) apportare alcun attentato alla tradizione liturgica. La cancellazione o sostituzione del "perfidi" l'aveva chiesta (cito a memoria) l'ex rabbino Zollner, dopo la conversione (Eugenio Zolli). Ma Pio XII non ritenne di poterlo accontentare. L'aveva richiesta perche' il termine veniva inteso come una condanna in blocco degli ebrei in quanto tali, non limitata agli artefici della condanna illegale di Gesu', favorendo in tal modo l'antisemistismo. L'antisemitismo non favorisce le conversioni. parvus

Silente ha detto...

Cara Rosa
sì, certamente, seguo indignato la vergognosa vicenda di un "plesso" (ma perché diamine li chiamano così?) scolastico in cui sono stati dittatorialmente vietati tutti i riferimenti cristiani (canti, presepi, rappresentazioni) per le feste natalizie, trasformate in "Feste d'inverno" e festeggiate (chissà perché) il 21 gennaio. Autore di questa abominevole vessazione giacobina e laicista un "dirigente scolastico" (ancora: ma perché diamine li chiamano così?) di militanza 5 stelle (e questo ci dice molto sulla miseria culturale e politica di questo movimento pseudo-protestatario, in realtà infeudato alle più miserabili ideologie dominanti e, ancora, sui criteri di selezione della scuola italiana, che affida il nostro futuro a individui così). Reazioni dell'arcivescovo, di solito assai loquace (spesso a sproposito) sui temi più vari: non pervenute. Reazioni della curia, occupatissima nella difesa dell'immigrazione clandestina e dei nostri futuri sgozzatori: non pervenute. Reazioni dal parroco: non pervenute. Reazioni delle associazioni cattoliche: non pervenute. Sono impegnate nel sostegno e nell'assistenza ai clandestini, cosa volete che gliene importi del S. Natale, del Presepe, dell'Adeste Fideles, dei bambini cristiani?
Hanno protestato, singolarmente, i genitori, che giustamente si sentono traditi nella fiducia riposta nei confronti di un sistema scolastico che s'illudevano trasmettesse i valori della nostra cultura, della nostra storia, delle nostre radici. Se a qualcuno questi valori non vanno a genio, che se ne vada altrove. Spero che i genitori si organizzino per azioni amministrative e legali ma, purtroppo, manca un punto di coordinamento e di stimolo all'azione, anche su base nazionale.
Sul fronte politico, hanno protestato e alzato la voce contro questo osceno diktat grillino-laicista solo la Lega e Fratelli d'Italia. Lo dovremo tutti tener presente quando si tratterà di votare.

Anonimo ha detto...

Perfidus non si puo' evidentemente tradurre con "incredulo". Lo aveva nel latino più arcaico. In tale sfumatura, però, era presente un particolare che lo distingueva da "infidus" o da "incredulus".
Mentre questi altri due vocaboli indicavano chi *NON* aveva la fede, "Perfidus", conteneva il concetto di chi la vera fede un tempo la aveva, ma la aveva persa, o, per essere più precisi, la aveva rinnegata. Anzi, gli altri significati che abbiamo visto visto, si aggiunsero in seguito. Se proprio vogliamo rispettare il senso originario, la traduzione corretta dovrebbe essere "Apostata".

mic ha detto...

Autore di questa abominevole vessazione giacobina e laicista un "dirigente scolastico" (ancora: ma perché diamine li chiamano così?) di militanza 5 stelle

In un'altra discussione è stato postato questo:
"Se a Natale porti un musulmano a casa, lo rispettano e lo festeggiano; se nello Stato del Califfo porti il preside di una scuola che non vuole il Natale, gli tagliano la testa, lo cucinano come un tacchino, e i resti ai cani". (Vittorio Sgarbi su Fb)

Vale anche per tutti i laicisti conformisti della stessa risma...

Silente ha detto...

Caro Parvus
a conclusione del nostro interessante e cordiale dialogo, le consiglierei la lettura del testo del bravo (beh, quasi sempre) don Curzio Nitoglia, Per padre il diavolo - Un'introduzione al problema ebraico secondo la Tradizione cattolica, Società Editrice Barbarossa. Ovviamente la consiglio a tutti.

Rr ha detto...

Silenta,
il dirigente acolastico non è soltanto un pentastellato, è anche un esastellato. È per questo, credo, che in curia, diocesi, parrocchia, ecc., tacciono...
Rr

Silente ha detto...

Rosa, il tuo sospetto sul professor Parma è venuto anche a me. Come diceva la mia nonna, ancora prima di Andreotti: a pensà mal se fa pecà, me s'enduina.