Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 5 maggio 2025

Omelia di mons. Marco Agostini nel 450° anniversario della morte di san Pio V

Mons. Marco Agostini è il nostro Sacerdote per le celebrazioni e le Catechesi in Sant'Anna al Laterano, dove si è costituito anche il Capitolo italiano intitolato alla Salus Populi Romani, che quest'anno parteciperà al Pellegrinaggio Nostra Signora di Cristianità  Oviedo-Covadonga [vedi].

Omelia di mons. Marco Agostini
nel 450° anniversario della morte di san Pio V


Sia lodato Gesù Cristo! All’ora dei Vespri del I maggio 1572, 450 anni fa domani, rendeva l’anima a Dio Antonio Ghisleri, papa San Pio V. Ai cardinali al suo capezzale lasciò queste parole: «Vi raccomando la Santa Chiesa che ho tanto amata! Adoperatevi a eleggere un successore zelante, il quale non cerchi che la gloria del Salvatore e non abbia altro desiderio che il bene della Cristianità e l’onore della Sede Apostolica». Le parole vengono da molto lontano, da un tempo in cui alla vita eterna ci si credeva davvero e la vita terrena trascorreva con il frequente pensiero al punto d’arrivo finale dell’esistenza, momento nel quale ciascuno deve rendere conto a Dio di «pensieri, parole, opere ed omissioni1». Pur non essendo un grande assertore dell’immaginario artistico rinascimentale, San Pio V non fu insensibile al monito proveniente dal grandioso affresco del Giudizio Universale ultimato da Michelangelo una trentina d’anni prima nella Cappella Sistina del Vaticano. «La potestà delle Somme Chiavi2» non poteva mai essere separata da Colui che tale autorità aveva conferito: Cristo Signore giudice ultimo. Aveva coscienza che, in modo particolare, sull’esercizio di quella potestà, alla sera della vita, sarebbe stato chiamato a render conto. L’amore alla Chiesa, la gloria del Salvatore, l’onore della Sede Apostolica e il bene dei cristiani, ossia la gloria di Dio e la salvezza delle anime furono le preoccupazioni assolute di un pontificato, durato 6 anni e 114 giorni, tutto volto ad attuare fedelmente le risoluzioni dell’Assise Tridentina, da poco conclusa, e difendere la Cristianità dal pericolo ottomano.

Dichiarazione dell’Arciv. Viganò sull’Accordo segreto Sino-Vaticano

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati. Qui l'indice degli articoli sulla questione Sino/vaticana. Denuncia card. Zen qui

Mons. Carlo Maria Viganò
Dichiarazione
sull'Accordo segreto sino-vaticano


La violazione dell’Accordo Sino-vaticano
« […] Questa vicenda coinvolge milioni di Cattolici cinesi perseguitati.
La Chiesa del silenzio si confronta con il silenzio della Chiesa, con la complicità e nel tradimento di ecclesiastici cinici e corrotti ai quali interessa assecondare i progetti dell’élite globalista e della dittatura comunista di Pechino.
Gli eredi di Bergoglio – Pietro Parolin e Matteo Zuppi primi fra tutti – vogliono assicurarsi l’appoggio dei potenti della terra perché il modello comunista di una chiesa nazionale sotto il controllo governativo consente la realizzazione della loro idea di chiesa.
Essi considerano questa chiesa di Stato come lo strumento più efficace per imporre la visione ereticale della sinodalità bergogliana, dietro cui si nasconde la stessa indole tirannica del regime cinese e dell’élite globalista.
Il Concilio Ecumenico Vaticano II, nei suoi schemi preparatori che le manovre dei Novatori hanno sdegnosamente cancellato, prevedeva la condanna solenne del materialismo ateo: oggi comprendiamo le conseguenze disastrose della pavidità e della complicità di tanti Prelati – e di Giovanni XXIII e Paolo VI – dinanzi alla minaccia del Comunismo e soprattutto alla realizzazione del criminale progetto distopico che solo una dittatura può realizzare.
Mi chiedo quanti dei Cardinali presenti al Conclave del 1958 si rendessero conto del pericolo incombente e delle conseguenze – non diverse da quelle attuali – del loro voto, grazie al quale Roncalli poté dettare alla Chiesa la linea della distensione nei riguardi dei regimi comunisti.
L’esperienza passata dovrebbe essere di monito per orientare l’azione presente. Non possiamo che esprimere la nostra più ferma condanna dinanzi al pactum sceleris che vede uniti la dittatura comunista cinese, gli oligarchi tecno-finanziari di Davos e gli usurpatori dell’autorità nella Chiesa Cattolica.
Ciò che motiva l’azione persecutoria di costoro contro i Cattolici cinesi è la loro fedeltà di questi ultimi alla Chiesa e al Papato: non ad una chiesa patriottica e nazionale, non ad una ong umanitaria, non ad una entità senza dogmi e senza morale serva di ideologie antiumane, ma a quella Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e Romana che è e rimane – perché fondata su Nostro Signore Gesù Cristo, pietra angolare – l’unico vero e ineludibile καθῆκον (2Tes 2, 6-7) all’instaurazione del regno dell’Anticristo. […] »
Testo integrale qui

domenica 4 maggio 2025

Lettera aperta del prof Josef Seifert al card decano Gian Battista Re

La lettera aperta pubblicata di seguito riguarda la necessità di esaminare prima del prossimo Conclave l'accusa formale di eresia lanciata dall'arcivescovo Viganò (e sostenuta da molti illustri teologi, giuristi e filosofi di tutto il mondo) contro Papa Francesco. Qui la stessa in un filmato pubblicato su YouTube. In questo precedente del 2023 [vedi] lo studioso si era rivolto ai cardinali, invitando i vescovi a resistere alle azioni eterodosse del sacro soglio. 

Lettera aperta del
Prof. Dr. phil. habil. Josef Maria Seifert


All'Eminenza Cardinale Decano Gian Battista Re
Gaming, 24 aprile 2025

Sulla necessità di esaminare prima del prossimo Conclave l'accusa formale di eresia lanciata dall'arcivescovo Viganò (e sostenuta da molti illustri teologi, giuristi e filosofi di tutto il mondo) contro Papa Francesco

Eminenza, caro Cardinale Decano Giovanni Battista Re, I più cordiali saluti in Cristo.
Mi rivolgo a Lei, caro Cardinale Decano Re, perché solo Lei detiene ora l'autorità di consentire che, prima del prossimo Conclave, abbia luogo un'indagine sull'accusa di eresia sollevata contro Papa Francesco.
Lei detiene, fino all'elezione del prossimo Papa, la massima autorità nella Chiesa cattolica, inviterà, in unione con il Camerlengo Kevin Joseph Cardinale Farrell, i Cardinali qualificati di tutto il mondo di età inferiore agli 80 anni a eleggere il nuovo Papa e potrà determinare la data del prossimo Conclave.
Rendo pubblica la mia lettera a causa del poco tempo che resta per risolvere questioni di estrema importanza e urgenza.

Ho scoperto attraverso il testo J'accuse [qui] dell'arcivescovo Viganò due documenti pontifici, probabilmente dogmatici e certamente molto autorevoli, sulla questione dei “vescovi, cardinali e papi eretici” di Papa Paolo IV e San Pio V, che invocano solennemente la Sede di Pietro e dichiarano la validità di questi due documenti per tutti i tempi. Questi testi mi sembrano della massima importanza per la Chiesa in questo momento.
Essi chiedono solennemente che la Chiesa proceda con un esame delle accuse di eresia papale.

Seconda Domenica dopo Pasqua / Domenica del Buon Pastore

Meditiamo i tesori della nostra fede.
Ego sum Pastor bonus, et cognosco oves meas,
et cognoscunt me meae
 
Domenica del Buon Pastore.
Intróitus 
Ps 32:5-6.- Misericórdia Dómini plena est terra, allelúia: verbo Dómini cœli firmáti sunt, allelúia, allelúia. ~~
Ps 32:1.- Exsultáte, iusti, in Dómino: rectos decet collaudátio. ~~ Glória ~~ Misericórdia Dómini plena est terra, allelúia: verbo Dómini cœli firmáti sunt, allelúia, allelúia.
Introito
Ps 32:5-6.- Della misericordia del Signore è piena la terra, allelúia: la parola del Signore creò i cieli, alleluia, alleluia. ~~
Ps 32:1.- Esultate, o giusti, nel Signore: ai buoni si addice il lodarlo. ~~ Gloria ~~ Della misericordia del Signore è piena la terra, alleluia: la parola del Signore creò i cieli, alleluia, alleluia.

Questa Domenica viene designata con l'appellativo popolare di "Domenica del Buon Pastore" perché, alla Messa, vi si legge il brano evangelico di san Giovanni in cui nostro Signore stesso si chiama in questo modo. Un vincolo misterioso unisce tale testo al tempo nostro, poiché è in questi giorni che il Salvatore degli uomini, stabilendo e consolidando la sua Chiesa, cominciò a darle quel Pastore che dovrà governarla fino alla consumazione dei secoli.
Secondo l'eterno decreto, l'Uomo-Dio, tra qualche giorno, non sarà più visibile quaggiù. La terra lo rivedrà solamente alla fine del tempo, quando verrà a giudicare i vivi e i morti. Nondimeno egli non può abbandonare questa umanità, per la quale si è sacrificato sulla croce, che ha vendicato della morte dell'inferno, uscendo vittorioso dal sepolcro. Egli resterà dal cielo il suo Capo; ma cosa avremo noi, per supplire alla sua presenza sulla terra? Avremo la Chiesa. Alla Chiesa lascerà tutta la sua autorità sopra di noi; è nelle mani della Chiesa che depositerà tutte le verità che ha insegnato; è lei che stabilirà quale dispensatrice di tutti i mezzi di salvezza, che ha destinati per gli uomini.

sabato 3 maggio 2025

3 Maggio. Invenzione della Santa Croce

Precedente qui. Ti adoro, o Croce Santa, che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue. Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me. Ti adoro, o Croce Santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Così sia.

Invenzione della Santa Croce

II trionfo della Croce
Era conveniente che il nostro Re divino si mostrasse ai nostri sguardi appoggiato allo scettro della sua potenza, affinché nulla mancasse alla maestà del suo impero. Questo scettro è la Croce, e apparteneva al Tempo pasquale presentargliene l’omaggio. Una volta la Croce veniva presentata a noi quale oggetto di umiliazione per l’Emmanuele, come il letto di dolore sul quale spirò; ma poi egli non vinse la morte? E cosa è divenuta questa Croce, se non il trofeo della sua vittoria? Che essa, dunque, venga mostrata e si pieghi ogni ginocchio davanti all’augusto legno per mezzo del quale Gesù conquistò l’onore che noi oggi gli rendiamo. Il giorno di Natale cantavamo con Isaia: «Ci è nato un bambino e ci è stato dato un figlio: il suo impero poggia sugli omeri suoi» . Poi l’abbiamo visto che portava sulle spalle questa Croce, come Isacco portò la legna per il suo sacrificio; ma oggi, per lui, non è più un peso. Essa brilla di uno splendore che rapisce lo sguardo degli angeli; e dopo che sarà stata adorata dagli uomini finché durerà questo mondo, apparirà d’un tratto sulle nubi del cielo per assistere, presso il giudice dei vivi e dei morti, alla sentenza favorevole di coloro che l’avranno amata, alla condanna di quelli che l’avranno resa inutile per essi, a causa del loro stesso disprezzo e del loro oblio. Durante i quaranta giorni che passò ancora sulla terra, Gesù non giudicò conveniente glorificare lo strumento della sua vittoria. La Croce non dovrà apparire che nel giorno in cui, pur essendo rimasta invisibile, avrà conquistato il mondo a colui del quale ripete le meraviglie. Egli riposò tre giorni nella tomba: quella rimarrà seppellita durante tre secoli nella polvere. Ma risusciterà anch’essa; ed è questa ammirabile risurrezione che oggi celebra la Chiesa. Una volta compiutosi il tempo, Gesù ha voluto accrescere le gioie pasquali, rivelando questo monumento del suo amore per noi. Lo lascerà tra le nostre mani, per nostra consolazione, fino all’ultimo giorno; non è dunque giusto che noi gliene rendiamo omaggio?

Rifare l’unità della Chiesa 'Confirma fratres tuos' (Lc 22, 32)

Interessante l'articolo di Res Novae – Perspectives romaines, che ringrazio, sul pre-conclave e prospettive...

Rifare l’unità della Chiesa
Confirma fratres tuos (Lc 22, 32)

Don Claude Barthe

Ancora prima che si aprano le Congregazioni generali del pre-conclave, la Città eterna è entrata in uno stato di intensa eccitazione. La questione è di sapere se i 135 cardinali elettori, di cui circa l’80% sono stati nominati da Francesco, faranno ascendere al pontificato un uomo che manterrà la sua linea di governo o al contrario un cardinale di compromesso, il quale terrà conto, in misura maggiore o minore secondo la proporzione delle forze in campo, delle lamentele dei conservatori.

Se ci si fermasse qui, il ristabilimento dell’unità perduta non sarebbe all’ordine del giorno. Nel «rifare unità» nella Chiesa tutti i papi del post-Vaticano II hanno in definitiva fallito: tanto i papi «di restaurazione», Giovanni Paolo II e soprattutto Benedetto XVI, quanto il papa «di progresso» Francesco. Fallirà, in questo, anche un papa di progresso moderato.

Sì, perché il problema di fondo è totalmente diverso. Il problema di fondo è magisteriale, e più precisamente consiste nel mancato esercizio del magistero come tale. L’aspetto più visibile di questa deficienza consiste nell’omissione della condanna dell’eresia. Da ciò deriva uno scisma latente, cosa in un certo senso peggiore di uno scisma visibile, perché i fedeli di Cristo non sono più in grado di individuare il confine tra la fede e l’errore.

Pasqua: Haec dies, quam fecit Dominus: exsultemus et laetemur in ea

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis estraggo un punto da tener bene a mente, ma soprattutto nel cuore.
Primavera, Amore, Bellezza, Poesia... e Pasqua
Le gioie pasquali del cielo e della terra nella cultura medievale
Robert Keim
Haec dies, quam fecit Dominus: exsultemus et laetemur in ea.
La Chiesa canta questa semplice frase ogni giorno della Settimana Santa, dalla domenica al sabato, e c'è una perfezione accattivante nella sua poesia. "Questo è il giorno che ha fatto il Signore: esultiamo e rallegriamoci in esso". Un'analisi razionalistica, tuttavia, troverebbe da ridire. Come possono sette giorni distinti essere tutti questo giorno ? E in ogni caso, "che ha fatto il Signore" non ci dice molto: non è forse ogni giorno fatto da Dio?

Sappiamo che il vero significato si trova sotto la superficie delle parole, che sebbene di origine biblica ed ebraica – la fonte è il Salmo 117 – hanno acquisito un'esistenza indipendente come espressione liturgica e latina. La chiave è dies, "giorno". Il latino non ha un equivalente di "il" o "un", quei piccoli determinanti, chiamati articolo determinativo e indeterminativo, che spuntano ovunque in inglese ,(e in italiano). Un libro di grammatica latina potrebbe dirti che devi usare il contesto per inserire l'articolo appropriato, ma l'idea più vera è che il rapporto del latino con la realtà semplicemente non richiede questa distinzione. La differenza tra "the day - il giorno" e "a day - un giorno" è importante quando pensi in inglese (o spagnolo, o italiano o francese, o tedesco), ma i due significati possono coesistere in un'affermazione come haec dies, quam fecit Dominus : "questo è il giorno, che il Signore ha fatto". È il giorno, in cui un Uomo che fu torturato a morte uscì dalla Sua tomba; è un giorno, un giorno qualunque, ogni giorno, perché non c'è mai stato e non ci sarà mai un giorno che non tragga in qualche modo speranza, potere e significato dal sole nascente della Resurrezione; è il Giorno, la perfetta "giornalità", la forma platonica (per così dire) di quella cosa che chiamiamo "giorno" e la somma ultima della sua bontà e del suo simbolismo; e infine, poiché haec può essere un aggettivo oltre che un pronome, è questo giorno, questa Pasqua, questa specifica festa liturgica che è la magnificenza del momento presente, un evento meraviglioso nella storia, il compimento mistico del primo giorno della Creazione e un filo di pura Luce che tesse l'eternità nell'anno cristiano, nel tempo pasquale, nella settimana pasquale, nel tempo stesso.

Quando si vive una giornata come questa, è difficile non condividere il suggerimento della Chiesa: exsultemus et laetemur in ea.

Ci ricorda, come già qui, che Pasqua dura fino a Pentecoste, "e tutti questi cinquanta giorni", come disse Sant'Ambrogio, "sono come tante domeniche".

venerdì 2 maggio 2025

Conclave. Eijk e Sarah danno il tono alla Prima Congregazione. Sarah il più applaudito.

In attesa del Conclave. Riprendo da Infovaticana by Stilum Curiae.
Conclave. Eijk e Sarah danno il tono alla
Prima Congregazione. Sarah il più applaudito.


Mentre gli italiani si agitano e gli spagnoli si fanno notare per la loro assenza, due voci risuonano forti nell’aula del Sinodo: quella dell’olandese Willem Eijk e quella dell’africano Robert Sarah. Il tono generale tra i cardinali sorprende per la sua serenità.

Lunedì è stato un giorno importante in questo pre-conclave che sta lentamente ma inesorabilmente prendendo forma. E non per manovre, perdite o movimenti di blocco, ma per quello che dovrebbe contare di più: il contenuto degli interventi. E tra tutti quelli ascoltati nella Congregazione Generale di ieri, due si sono distinti chiaramente per profondità, chiarezza e accoglienza: quello del Cardinale Willem Eijk e quello del Cardinale Robert Sarah.

Petrus non innovat, custodit: per un papa come principio visibile della Verità immutabile

Ottima la riflessione che segue, che argomenta benissimo, in diritto e teologia, una verità che dovrebbe essere evidente, ma che tale non è più. Ma in questo contesto umano, con la scia mediatica che ancora osanna con lodi incessanti il peggior Papa della storia, solo un' ispirazione particolare potrà consentire al nuovo Papa di essere fedele a Cristo e non al nuovo corso ecclesiastico, sinodale, mondano, materialista e di ispirazione protestante/massonica aperto dal predecessore. (Aloisius).

Petrus non innovat, custodit: per un papa 
come principio visibile della Verità immutabile

L’evento dell’elezione del Sommo Pontefice dopo la morte di Papa Francesco avvenuta in data 21 aprile 2025, pur radicandosi in una procedura canonico-giuridica ben determinata, quale quella delineata nella Constitutio Apostolica "Universi Dominici Gregis" promulgata da San Giovanni Paolo II il 22 febbaio 1996 (e modificata due volte da Benedetto XVI nel 2007 e nel 2013), trascende, nella sua essenza, il mero atto elettivo per configurarsi quale momento teologicamente e metafisicamente denso, in cui si interseca la libertà secondaria della creatura razionale con la causalità principale e ordinatrice dello Spirito Santo.

Perché non "tifo" Pietro Parolin

Perché non "tifo" Pietro Parolin

Ho appena concluso la stesura di questo contributo su richiesta di alcuni amici che mi hanno sollecitato a scriverlo:

Nel tempo critico in cui si prepara l’elezione del successore di Pietro (il Conclave è fissato per il 07 maggio 2025), ogni nome che circola quale papabile deve essere scrutinato (sempre con grande rispetto) non sulla base di suggestioni mediatiche, di equilibri geo-ecclesiastici o di prudentismi diplomatici, ma alla luce della conformità intima e profonda con la "veritas fidei" e con quella "forma mentis" che il Magistero costante della Chiesa ha riconosciuto nella sapienza metafisica, in particolare tomista.